La potenza economica delle mafie, acquisita negli ultimi anni con il controllo dei mercati delle droghe, è stata reinvestita in tutti i campi produttivi, dell'edilizia al commercio, dalla sanità agli altri servizi legati ai beni comuni.
Non è un caso che un bene comune come il diritto alle cure venga progressivamente privatizzato per poterci trarre profitto. Ora si parla di collaborazione del pubblico con il privato in questo campo. L'assurdo che il pubblico dovrebbe dare solo risposte ai bisogni di salute mentre il privato deve ricavare profitto da questi bisogni. Gino Strada affermava che, tramite il privato convenzionato, 30 miliardi del fondo sanitario finiscono in profitti e non in assistenza. Tuttavia questa del rapporto pubblico-privato sarà la strategia progressiva per privatizzare sempre più un bene comune.
È giusto cercare di impegnarsi per contrastare il fenomeno pervasivo delle mafie.
Tuttavia vi è una carenza di fondo nell'analisi fatta. Non viene evidenziato che nell'attuale pensiero unico che ci domina, i valori di riferimento dell'agire sono la necessità dell'accumulo di denaro e di potere. In nome di questi valori diviene tutto possibile. Privatizzare la sanità, inquinare l'aria e le terre, distruggere territorio, privatizzare l'acqua, ecc.
Non arrivare ad una critica profonda degli attuali assetti valoriali di riferimento, non potrà incidere realmente sulla società se non in aree di nicchia.
Lo stesso Papa Francesco, che con la sua autorità prova a portare avanti, nelle sue encicliche e nel suo agire, le critiche agli assetti valoriali della società, viene contrastato e marginalizzato anche a livello di comunicazione.
Tutto questo per dire che se non si mettono in discussione gli assetti valoriali attuali della nostra società a pensiero unico, sarà difficile contrastare il fenomeno mafioso.
Le mafie rappresentano le migliori aziende che portano avanti l'assetto valoriale di accumulo di potere e ricchezza.
L.P.
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2024-05-09 11:29:17
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