Le mafie guardano dal balcone come il governo sta completando l’azione già avviata da anni. Quell’azione che punta alla distruzione della figura del Testimone di Giustizia.
Già avevamo sentito dalla bocca di un magistrato che i Testimoni di Giustizia non dovranno più esistere. Quando udimmo tale affermazione, in noi Testimoni di Giustizia presenti, ci fu come una sorte di promessa ed oggi, a distanza di anni, possiamo affermare che c’è una volontà a distruggere la figura del Testimone di Giustizia.
Un messaggio chiaro e univoco che arriva oggi giorno ai Testimoni di Giustizia e ai loro familiari quasi come se dovessero pentirsi di aver denunciato le mafie, di aver creduto in una giustizia che punisce chi denuncia ed è indifferente con chi, da anni, sta vessando i Testimoni di Giustizia. Come possiamo dimenticare le battaglie e le manifestazioni fuori al Viminale, sede dove si riunisce la Commissione Centrale ex art 10, dove c’è la stanza del Presidente della Commissione Centrale, già sottosegretario Molteni.
Molteni, un deputato che non si è mai pronunciato sulle mille proteste dei Testimoni di Giustizia, anzi ha delegato tutto al Servizio Centrale di Protezione. Ma se molti Testimoni di Giustizia lamentano proprio un comportamento poco corretto del SCP come quest’ultimo apparato potrà valutare oggettivamente le gravi omissioni perpetrate nella mancata applicazione della legge vigente in materia di Testimoni di Giustizia.
Se aggiungiamo che poi c’è una Commissione parlamentare antimafia che non accetta le richieste di audizioni da parte dei Testimoni di Giustizia.
Una classe politica che, metaforicamente, si toglie i sassolini dalle scarpe e punisce chi ha una sola colpa: aver denunciato le mafie. Ma chi denuncerà? Ogni giorno ci sono pagine e pagine di denunce di Testimoni di Giustizia che sono stati letteralmente abbandonati dallo Stato.

Nemmeno il Presidente Mattarella risponde al grido di aiuto dei Testimoni di Giustizia. Alla lettera non abbiamo ricevuto alcun cenno. Nemmeno l’opinione di Mario Ravidà ha innescato una reazione.
Se a qualcuno venisse in mente di andare a manifestare pacificamente fuori al Viminale, allora, non escludiamo che ci siano azioni di forza da parte di chi ubbidisce alla politica e al governo in maniera poco istituzionale ma certamente in modo da rendere un piacere chi dal Palazzo punta alla carriera e a nascondere la verità. Una verità che dimostra di come la vita dei Testimoni di Giustizia e dei propri familiari è una vita appesa ad un filo.
Forse il presidente del Consiglio attende la morte di qualche Testimone di Giustizia per poter, poi, affermare che ci sarà verità e giustizia.
Concludo affermando che attivamente in Commissione parlamentare antimafia siedono più di un magistrato, di chi non può non conoscere come le mafie non dimenticano, di chi ha la scorta per aver ricoperto il ruolo di Procuratore Nazionale Antimafia. Ed allora chiediamo al Sen. Cafiero De Raho perché resta in silenzio sui Testimoni di Giustizia?
E restano i documenti ufficiali dei magistrati.

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