Siamo ormai a ridosso del 25 novembre, quella che sarebbe la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza maschile contro le donne. Sarebbe ma, quasi sempre, diventa Giornata contro la violenza di genere, Giornata contro la violenza sulle donne e simili. Cancellato completamente il carnefice, l’oppressore, il colpevole. Unico focus sulle donne stesse in un diluvio, troppo spesso, di retorica senza nessuna coscienza. È una delle date in cui si scatenano i pomposi discorsi, le frasi ad effetto, in cui tutti corrono ad apparire bravi, buoni, pii.
L’Italia è il Paese in cui, a seconda del giorno del calendario, siamo tutti Peppino Impastato, tutti Giovanni Falcone, tutti Paolo Borsellino, tutti partigiani, tutti lavoratori e il 25 novembre e l’8 marzo tutti donne e tutti vittime. Poi si cambia la pagina del calendario e tutto ritorna come sempre. E le vittime, le sopravvissute, chi subisce (soprattutto dietro le mura domestiche) i calvari e gli inferni peggiori rimane solo. Se non addirittura colpevolizzata dalla retorica, dalle buone parole, dai farisei dalla chiacchiera facile e dal dito puntato a ciclo continuo.
Intanto un punto, come già sottolineato in passato su una lotta e denunce che sono tra i capisaldi della nostra azione giornalistica civile, certe giornate non sono “ricorrenze” e l’8 marzo e il 25 novembre non sono questioni “da donne” in cui gli uomini fanno un favore o hanno chissà quali meriti se compaiono. La violenza contro le donne non è tema femminile, è una responsabilità maschile.
Con l’avvicinarsi della data, come in ogni occasione, fioriranno immagini, testi, discorsi in cui il refrain sarà sempre e solo nei confronti delle donne vittime e, con una faciloneria totale, ripetere “denunciate denunciate denunciate”, fate questo, non fate quest’altro e così via. Facile per chi non vive l’inferno, facilissimo parlare per chi non ha mai subito il calvario, per chi non subisce la violenza e non ha rischiato anche la vita. Sopravvivendo a menzogne, violenze e difficoltà, inganni anche con l’aiuto di altri, paura, delegittimazione, accuse che rovesciano la realtà, silenzi, omertà, persecuzioni. Perché in questo paese, in omaggio ad un pedofilo filo-nazista o per le trame squallide e violente della peggior prepotenza di chi manipola, inganna, mente – supportato spesso anche legalmente e da complici – una donna può essere anche perseguitata.
La realtà, come sempre, è più complessa e complicata delle parole. E nessuno (soprattutto nessuno) dovrebbe sentirsi escluso. Si può avere piena coscienza su una delle prime trincee del disagio sociale, dell’agorà, della polis: i Comuni. Politica, che in origine era solo e soltanto l’agire nella polis per il bene comune, è parola che oggi partendo da questa trincea risalendo i palazzi ha tanti significati.Amministrare il quotidiano tirando a campare, giostra di cordate e consorterie, egoismi e carrierismi, scalata sulle spalle della società e rinchiudersi clanici e arroganti. O ascoltare, agire, sentire sulla propria pelle gioie e dolori, angosce e speranze, di ogni cittadino. Con passione, generosità, umanità, empatia. Parole da tanti bandite, sconosciute e scandalose per tanti, ma che per fortuna resistono, non muoiono come i raggi del sole dietro le nubi più nere.
Tra le vicende più gravi che ci ha consegnato la cronaca quella di «Aurora, una ragazza di soli 13 anni, è morta dopo essere caduta nel vuoto dal balcone, spinta – secondo le accuse – dal suo giovane fidanzato, già noto per atti di violenza» ha sottolineato lo scorso 11 novembre Anna Bosco, assessora alle politiche sociali di Vasto.
«È una vicenda dolorosa che ci fa riflettere su quanto, spesso, dietro comportamenti sospetti o aggressivi, possano celarsi situazioni di pericolo, e su come il silenzio o l’omertà possano contribuire a far degenerare queste storie – ha sottolineato l’assessora Bosco – La violenza non è mai un segreto da custodire. Se conosciamo o sospettiamo di qualcuno che subisce violenze, dobbiamo ricordare quanto sia fondamentale parlarne, chiedere aiuto, rivolgerci a figure competenti, come i servizi sociali o le forze dell’ordine». «Spesso, chi vive queste situazioni non ha la forza di denunciare da solo e ha bisogno del nostro supporto, della nostra attenzione e della nostra volontà di agire – la riflessione condivisa da Anna Bosco – Il silenzio non protegge: mette solo a rischio altre vite». La delegata alle politiche sociali del Comune di Vasto ha sottolineato l’importanza dei Centri Antiviolenza e del supportarli: «Per chiunque viva o conosca situazioni a rischio, è fondamentale sapere che il Centro Antiviolenza Donna Attiva di Vasto è sempre pronto a dare supporto. Non abbiate paura di contattarli: sono lì per ascoltare, aiutare e offrire protezione. Centro Antiviolenza Donna Attiva Vasto. Via Anelli, 71, 66054 Vasto. Telefono: 0873 366152».
«Ognuno di noi può fare la differenza. Non lasciamo che la paura o l’indifferenza prevalgano. Un gesto semplice, una parola di supporto, una segnalazione possono salvare una vita» ha concluso l’11 novembre scorso la riflessione/appello l’assessora Bosco. Una differenza, e un supporto a chi è concretamente impegnato quotidianamente contro la violenza maschile contro le donne che può essere condiviso, doverosamente donato, anche in occasione del ciclo di incontri organizzati a Vasto in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
«Una serie di eventi per sensibilizzare e sostenere la lotta contro ogni forma di violenza di genere. Unisciti a noi per dimostrare insieme il nostro impegno e solidarietà – ha sottolineato l’assessora Bosco – Ogni evento è un’occasione per far sentire la nostra voce, perché nessuna donna debba mai sentirsi sola. Partecipiamo insieme e rendiamo visibile il nostro impegno per un futuro libero dalla violenza». Questo il calendario degli appuntamenti:
Giovedì 21 Novembre, ore 18:00 – Palazzo D’Avalos: Presentazione del libro “Donne che non muoiono”. Un momento per riflettere su storie di resilienza e forza.
Domenica 24 Novembre, ore 18:00 – Teatro Rossetti: Spettacolo di poesia performativa e musica. Un’occasione artistica per esplorare il tema della violenza di genere attraverso l’arte e la parola.
Lunedì 25 Novembre:
– Ore 18:00: “Mai più sola”, performance itinerante con partenza da Piazza Marconi, per testimoniare l’unione contro ogni forma di abuso.
– Ore 19:00 – Piazza Barbacani: “Scarpette Rosse contro la Violenza sulle Donne”, dove le scarpette all’uncinetto e a maglia realizzate verranno vendute per sostenere il Centro Antiviolenza di Vasto “Donna Attiva”.
Venerdì 29 Novembre, ore 21:00 – Teatro Figlie della Croce: Serata di beneficenza “Non è colpa mia se sono nata donna”. Un evento per raccogliere fondi e continuare a dire NO alla violenza