È fondamentale ricordare che nella sentenza definitiva ne era stata riconosciuta la mafiosità sostenendo infatti che
“Rosario Pio Cattafi, almeno dall’ottobre del 1993 al marzo del 2000, fosse a tutti gli effetti un uomo della cosca mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina), non solo come persona di fiducia del boss Pippo Gullotti (di cui era stato testimone di nozze) ma anche, dopo l’arresto di quest’ultimo avvenuto nel febbraio del 1998, come “riferimento di spicco dell’organizzazione”
per gli altri affiliati e storici vertici,
“assumendo compiti e rapporti con le Istituzioni deviate e i colletti bianchi”.
Ricordo a tutti che Cattafi ha fatto da testimone di nozze al boss barcellonese Giuseppe Gullotti, condannato con sentenza definitiva per l’omicidio di mio padre, avvenuto nel 1993. E la moglie di Gullotti è Rugolo Venerina, figlia del boss Ciccino Rugolo, nonché sorella di Salvatore Rugolo tirato in ballo dal collaboratore di giustizia Mirabile che dichiara:
“nel 2004 Rugolo continua a ritenere Saro Cattafi certamente associato considerandolo responsabile, in via morale, della morte del dott. Manca Attilio”.
La riflessione qui è d’obbligo. Sancito che
“nel 2004 non c’erano dubbi sull’intranità alla cosca di Barcellona da parte di Cattafi”,
si va di gran lunga ben oltre il periodo storico (1993-2000) oggetto della riconosciuta contestazione processuale.
Non me ne voglia nessuno se penso che la verità in questo paese conta poco e nulla, che la giustizia è in stato di reclusione permanente, e che l’ergastolo, il fine pena mai, lo scontano solo ed esclusivamente i famigliari delle vittime innocenti della mafia.
Anche questo è stato sancito dalla Cassazione e dalle innumerevoli sentenze.
Di definitivo c’è solo il nostro dolore e la costante sensazione di sentirsi traditi e beffati!
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