Una brutale aggressione, per futili e pretestuosi motivi, culminata in una coltellata che poteva essere letale (a pochi millimetri dalla gola) e calci e pugni alla vittima quando era già a terra ferita e dolorante. È questa la ricostruzione della violenta nottata tra il 27 e il 28 ottobre contenuta nel comunicato stampa inviato in tarda mattinata dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Chieti.
La brutale aggressione è quella che abbiamo raccontato nel nostro articolo dello scorso 29 ottobre. Avvenuta ancora una volta a Casalbordino, paese già colpito negli ultimi due anni e mezzo da tanti fatti violenti. Di notte e in località Miracoli, come durante le Feste della Madonna dei Miracoli due anni fa, e a poco più di due mesi dall’aggressione ad un carabiniere in servizio. Un primo violento antefatto a Vasto e poi il culmine in Località Miracoli a Casalbordino. Quando, nel cuore della notte, è sbucata una lama che ha colpito un ragazzo. Il 22enne, onesto lavoratore, ragazzo laborioso e generoso, fratello del primo ragazzo colpito a Vasto, è stato colpito al volto dalla lama. Un avvenimento scioccante, un nuovo gravissimo “fatto di sangue” che ha scosso la comunità. A Casalbordino, lo ha ribadito con forza il primo cittadino Filippo Marinucci appena appresa la notizia e alle telecamere della TGR RAI, c’è un allarme sicurezza, c’è l’esasperazione di una comunità e di un territorio preoccupati, angosciati, sconvolti, stanchi. Di una pericolosità sociale che i carabinieri e la questura, ormai due anni fa, definirono da «infrenare», un ventre violento che pesa sulle comunità.
Questo il comunicato integrale inviato dal Comando Provinciale dei Carabinieri.
Nel rispetto dei diritti degli indagati (da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile), si comunica quanto segue:
In data 13 Dicembre 2024, i militari del N.O.R.M della Compagnia Carabinieri di Ortona (CH), a seguito di approfondite indagini coordinate dalla Procura dei Minori di L’Aquila, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, nei confronti di un 18enne residente a Casalbordino (CH), gravemente indiziato di tentato omicidio in concorso e di porto abusivo di arma bianca.
L’indagato, ora maggiorenne ma al momento dei fatti minorenne, la sera del 27 Ottobre 2024 in Casalbordino, in concorso con altre due persone maggiorenni, per futili e pretestuosi motivi, si era reso responsabile di una brutale aggressione nei confronti di un 22enne del posto, culminata con una coltellata sul volto potenzialmente letale poiché terminata a pochi millimetri dalla gola e continuata con calci e pugni quando la vittima era a terra ferito e dolorante.
Per il Pubblico Ministero titolare delle indagini, l’indagato ha compiuto atti diretti in modo non equivoco a cagionare la morte del 22enne, al quale procurava lesioni personali dalle quali derivava uno sfregio permanente al viso e il parziale distacco del lobo auricolare sinistro.
L’indagato è attualmente recluso presso l’Istituto Penale per Minorenni “Casal del Marmo” in Roma.
Nel 2025 dinanzi al Tribunale di Vasto compariranno gli altri due indagati maggiorenni, che quella notte parteciparono al pestaggio del giovane 22enne.
A Casalbordino, lo ha ribadito con forza il primo cittadino Filippo Marinucci appena appresa la notizia e alle telecamere della TGR RAI, c’è un allarme sicurezza, c’è l’esasperazione di una comunità e di un territorio preoccupati, angosciati, sconvolti, stanchi. Di una pericolosità sociale che i carabinieri e la questura, ormai due anni fa, definirono da «infrenare», un ventre violento che pesa sulle comunità. Nelle stesse ore dell’aggressione notturna a Casalbordino nel teramano due soggetti, appartenenti sempre alle stesse “famiglie”, nelle stesse ore dell’aggressione a Casalbordino con una lama hanno tentato di investire l’addetto alla sicurezza di un locale che aveva impedito loro di entrare già alterati dai fumi dell’alcol. Ed è solo l’ultimo capitolo (finora) di due anni e mezzo contrassegnati da violenze e aggressioni, da feste contrassegnate da pugni, schiaffi, arroganza e prepotenza. In un periodo contrassegnato da daspo e divieti violati, da personaggi che tornano sulla scena, da sempre lo stesso ambiente protagonista della cronaca. Tutto, come denunciammo nel settembre dell’anno scorso, in quel ventre oscuro e violento, in quella Suburra quotidiana, che stiamo raccontando sin dal nostro primo giorno. Protagonisti sempre gli stessi, che ritornano nella cronaca e che son ben conosciuti da tutti.
«Se fosse accaduto qualcosa, quando accadrà (perché prima o poi accadrà, purtroppo non c’è nessun segnale che possa far virare verso altre previsioni) chi di dovere si assumerà le sue responsabilità?» l’interrogativo posto in un nostro articolo del 21 settembre dell’anno scorso. «Nelle ultime settimane del 2022 ci fu un divieto di dimora a Casalbordino e altri a Vasto. Passati pochi mesi, calato il clamore che sembrava essersi acceso, ci è giunta notizia che ben poco è rimasto: divieti cancellati e sostituiti da alcune blande restrizioni. Tra cui il divieto, almeno così da notizie giunteci in via informale, di entrare nei locali pubblici e di sostarvi nelle vicinanze. Visto quello a cui si assiste molto frequentemente ci chiediamo come vicinanze e lontananze sono calcolate. Si torna in paese, si vede la propria presenza riaffermata, si festeggia ed esulta, tra serate in cui si cancella la quiete con musica a tutto volume e altro e dirette sui social. Felici e contenti, tronfi» sottolineammo oltre un anno fa. Prima o poi accadrà scrivevamo, ora (come previsto) è accaduto. Il 15 agosto e nello scorso fine settimane. E l’ambiente, il ventre, i protagonisti li sappiamo e li sanno chi di dovere. Poteva esserci un epilogo ancora più tragico, poteva accadere quel a cui non vogliamo neanche pensare. E le conseguenze, probabilmente gravissime, per un ragazzo come poteva essere per chiunque, saranno tutte da valutare. E pesare sul futuro di una giovane vita che ha tutto un avvenire che si sta costruendo. Gli interrogativi da noi posti oltre un anno fa, le domande che ogni cittadino pacifico e onesto si sta ponendo, è oggi ancora più pesante. Quando finirà tutto questo? Quando chi di dovere traccerà la linea? Quando si dirà basta? E qualcuno, visti gli ultimi due anni e mezzo e le (non) conseguenze si assumerà la responsabilità di quanto subito da un cittadino onesto e laborioso, da un ragazzo, da una persona colpita così gravemente e delle conseguenze?