Sotto cieli spezzati da urla e polvere,
dove il giorno somiglia alla notte,
camminano piccoli eroi senza scudo,
portando negli occhi un mare che lotta.
Ogni sorriso è un miracolo fragile,
ogni gioco, un rifugio dal tempo crudele.
Tra macerie e silenzi, i loro passi
disegnano speranze su terre di sale.
Hanno mani che stringono sogni,
non armi, non odio, ma semi di pace.
Il loro canto, un eco che chiede:
“Chi ci proteggerà, chi ci abbraccerà?”
La guerra non conosce il loro nome,
eppure li marchia, li rende suoi figli.
Ma il futuro è una candela accesa,
e nei loro cuori brilla una scintilla.
Perché i bambini di Gaza sono luce,
in un mondo che troppo spesso si spegne.
Sono promesse di un domani migliore,
se sapremo ascoltare il loro dolore.
Che ogni lacrima sia raccolta e curata,
che ogni ferita trovi una mano amica.
Per i bambini di Gaza, per la loro speranza,
che il mondo ricordi che pace è l’unica danza.