Hanno lasciato la riva con il cuore di vento,
portando sogni cuciti in un fragile remo.
Verso un orizzonte che prometteva casa,
verso un domani che mai li ha accolti.
Erano stelle in un cielo di tenebre,
mani piccole che cercavano vita.
Le onde, crudeli madri di silenzi,
li hanno cullati fino all’eterno.
Nessuno ha scritto i loro nomi sull’acqua,
ma ogni goccia trattiene il loro respiro.
Un giocattolo galleggia, un grido si spegne,
mentre il mare conserva segreti amari.
Dov’erano i cuori, le mani tese?
Chi ha chiuso gli occhi di fronte al dolore?
Ogni bimbo perso è un mondo che crolla,
un frammento di noi che non torna più.
Eppure, tra le onde sorge un monito,
un’eco che chiede, che urla al cielo:
“Non dimenticate, non abituatevi,
la vita di un bambino non ha confini.”
Per loro, piccoli angeli del Mediterraneo,
che il vento racconti le loro storie,
che il sole riscaldi i loro ricordi,
e che il mondo impari finalmente ad amare.