Il web abbatte ogni barriera e ogni confine, collega tutto il mondo e rappresenta un’autostrada infinita che copre tutto il globo terracqueo per ogni informazione, notizia, sapere, conoscenza, contatto. È uno strumento prezioso per il giornalismo, radicalmente mutato dall’avvento della moderna rete internet, per gli attivisti che si battono contro regimi corrotti, per i diritti umani, in zona di guerra.
Non esiste rosa senza spine e ogni medaglia ha il suo rovescio. Le moderne tecnologie non esulano da questa dinamica. E così il web, compresi social network e piattaforme di messaggistica, sono anche luoghi privilegiati da criminali di ogni tipo. Lo documentiamo e denunciamo da anni quanto la pedocriminalità sfrutta ogni strumento tecnologico, ogni spazio del web per trafficare e diffondere la propria criminale propaganda. Come ogni altra mafia. Ci sono boss che lanciano messaggi e diffondono propagande che puntano persino a legittimare la mafia, ad imporre il proprio potere criminale.
Un fenomeno esploso cinque anni fa con la pandemia e il lockdown, come abbiamo all’epoca documentato e denunciato. Nel silenzio, nell’omertà, nella complicità di tanti che accettano, e diffondono a loro volta, ogni arma di propaganda e comunicazione mafiosi.
L’ultima sconcertante vicenda viene dalla Francia ed è stata denunciata nei giorni scorsi da Ivana Costa, attivista antimafia. «La Famiglia-the Great Mafia War è un gioco da tavolo ideato in Francia, il gioco consiste nell’assumere il ruolo delle famiglie mafiose e riprodurre e/o simulare le stragi mafiose – denuncia Ivana Costa – qualcuno ha pensato bene giocare e divertirsi sul sangue degli innocenti, ignorando che ancora piangiamo i nostri morti,i nostri padri,fratelli, amici,mentori ,persone uccise perché credevano nella legge, o persone vittime perché erano nel posto sbagliato nel momento sbagliato».
«Da giovane attivista antimafia, politologa e giurista, esprimo il mio più profondo disgusto e disagio non solo per chi lo ha ideato ma anche e soprattutto per chi lo ha comprato e si diverte a simulare le stragi, vergogna» è la dura posizione espressa da Ivana Costa.