Non ho scritto nulla per vedere articoli e reazioni nell’anniversario dell’arresto di Totò Riina avvenuto il 15 gennaioo del 1993, da parte dei ROS, e la mancata doverosa e obbligatoria perquisizione al suo appartamento/covo di via Bernini a Palermo.
Giorgio Bongiovanni alla presentazione del libro del Colonello Michele Riccio, ” La strategia parallela” denunciava il fatto che sia Caselli che De Gennaro si comportarono su queste vicende, in cui erano coinvolti i ROS, come dei “Ponzio Pilato“, lavandosene le mani e anche il fatto che
“Di Matteo fu tradito dai suoi stessi colleghi di Caltanissetta quando ne chiesero l’-allontanamento- dal gruppo stragi della DNA”
Allontanamento messo in atto da Cafiero De Raho, tosto poi ritornare indietro nella sua decisione e integrare alla DNA nuovamente il Dott. Di Matteo. (attendiamo ancora spiegazioni e chiarimento su tali fatti fa parte di De Raho).
Permettetemi di dire come doveva, per legge e per onestà intellettuale, funzionare una Procura come quella retta da Caselli a Palermo: e ve lo dico con cognizione di causa perchè ho frequentato per decenni le Procure e so come si sono comportati certi Procuratori quando un Poliziotto, un Carabiniere o un servitore dello stato che presta un giuramento di fedeltà alla Repubblica, tradisce quel giuramento:
“sono stati oggetto di provvedimenti e rinviati a Giudizio”.
Perchè allora, ne Patronaggio che fu il Magistrato che si occupò dell’arresto di Riina e né Caselli che diventò Procuratore, denunciarono rinviando immediatamente a Giudizio De Caprio e Mori per la mancata perquisizione al covo di Riina?
Va bene, diciamo che in quel momento sarebbe stato difficile perchè avevano appena arrestato il capo dei capi (che oggi sappiamo, in parte, come andò realmente “la farsa” di quell’arresto) e non se la sentirono di denunciarli per l’omessa perquisizione.
Ma mi domando:
Perchè Caselli non ha adottato alcun provvedimento contro Pignatone? Che non obbligò i Ros ad operare l’arresto di Provenzano a Mezzojuso essendo stato informato immediatamente da Riccio e non ricordo nemmeno deposizioni ai vari processi che si sono svolti successivamente a tali fatti?
E perchè non ha denunciato per i ritardi e le omissioni la Dottoressa Principato che indagò con 2 anni circa di ritardo i favoreggiatori del Provenzano sebbene Michele Riccio effettuò due relazioni di servizio che indicavano targhe e telefoni utilizzati dai favoreggiatori della latitanza del boss?
Capisco che Caselli possa essere stato preso in giro da chi, magari, si fidava e penso ai Ros di Mori e a qualche altro “suo amico” ai vertici della DIA.
Ma non puoi non aver capito, dopo, che eri stato preso in giro da questi personaggi e non rivelando pubblicamente le loro colpe intervenendo nei processi e testimoniando come realmente si svolsero i fatti sei stato, quantomeno un “Ponzio Pilato“.
Sappiamo di processi dove vi sono state “balbettanti” deposizioni da parte di chi doveva ricordare e non ricordava e sappiamo anche l’esito che hanno avuto in “cassazione” successivamente tali processi.
Credo che se qualcuno ai vertici delle Procure avesse dimostrato di avere le “p@lle“, essendo integerrimo e rivelando tutto quello che era di loro conoscenza su tali fatti assurdi, i processi potevano avere, secondo me, una conclusione diversa di quella che hanno avuto.
Ecco, è questo che contesto a Caselli:
“il non aver avuto il coraggio di denunciare, successivamente, i suoi colleghi che hanno omesso e ritardato, condizionando, sempre secondo il mio vedere, anche l’esito di successivi processi e sentenze di assoluzione”.
Io, invece, perdonatemi, non assolvono nessuno, perchè so che se avessi fatto io quello che hanno fatto i Ros avrei ricevuto “duemila“(per modo di dire) ordinanze di custodia cautelare.
E questo, che denuncia Bongiovanni è avvenuto a Caltanissetta e Catania:
Giudici che non hanno fatto fino in fondo il proprio dovere e non sono mai stati perseguiti dai loro superiori e Procuratori e neanche da chi sviluppò determinate indagini su fatti eclatanti in cui erano coinvolti altri giudici e altri appartenenti ai Ros.
Questo è il mio pensiero!
Caselli non ha avuto manco il coraggio di chiedere scusa per i sui gravissimi errori e mi riferisco principalmente alla mancata verbalizzazione di Ilardo e il non aver ordinato una protezione, anche soft (magari senza informarlo) alla persona e sotto casa, dopo l’incontro romano.
In ultimo, come dicevo, credo non abbia mai testimoniato ai processi dicendo quello che Ilardo aveva riferito in quelle 4 ore di dichiarazione d’intenti. Io non ricordo queste testimonianze come non ricordo che abbia mai ricordato episodi e fatti che Ilardo, sicuramente, in quelle 4 ore, ebbe a dichiarare!
Io, ripeto, non assolvono nessuno, perchè se avessi sbagliato io o chiunque altro dei miei colleghi, ne avremmo sicuramente pagato le conseguenze mediatiche e personali cosa mai accaduta per questi “Grandi Giudici” o “grandi investigatori“.
Attenzione, che non riconoscere quanto ho scritto, secondo me, contribuisce anche a “ritardare l’emergere della verità” per poter ottenere finalmente vera giustizia e vera verità.
E’ questo che penso e condivido quanto denunciato da Giorgio Bongiovanni alla presentazione del libro di Michele Riccio.