Nel titolo riassumo le prevalenti caratteristiche di larga parte del ceto politico italiano, e del giornalismo asservito ai padroni.
Un avvocato, che per oltre 30 anni ha militato nel Movimento Sociale Italiano e in Alleanza Nazionale, pertanto di “destra“, poi transitato in Italia dei Valori, e infine casualmente per 2 anni sottosegretario alla Giustizia in un governo Prodi, e per tale ragione definito di “sinistra“(?!), ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica contro Giorgia Meloni, due ministri e un sottosegretario.
Il Procuratore della Repubblica ne prende atto e, così come prevede la legge, procede alla iscrizione nel Registro Notizie di Reato.
Poi, senza attivare alcuna indagine, in conformità all’art.6 della Legge Costituzionale del 16/1/1989, trasmette gli atti al Tribunale dei Ministri per le valutazioni di merito.
Infine, sempre in conformità alla legge, invia agli interessati la relativa comunicazione.
Tale comunicazione poteva benissimo restare segreta, ma Giorgia Meloni la rende pubblica e ne fa strumento di ulteriore propaganda contro la Magistratura.
Ovviamente la seguono a ruota tutti i suoi sodali politici e, non potevano mancare, gli pseudo giornalisti-maggiordomi-giullari del potere.
Un cittadino che ragiona con la propria testa dovrebbe rendersi conto che questo Paese è giunto al capolinea.
Invece temo di no, perché larga parte del popolo italiano somiglia a chi lo governa.
Quando si giunge al capolinea vi sono due sole alternative: tornare indietro oppure proseguire rompendo l’ultima barriera.
Nel secondo caso c’è il baratro!