Il 1° febbraio 2025, presso il prestigioso Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania, si è svolto l’evento “Concerto in onore di Sant’Agata“. Durante questa serata, varie figure eminenti della città sono state riconosciute per il loro significativo contributo in ambito sociale e per il loro impegno verso la comunità catanese. Tra i premiati, spicca il nome del comandante provinciale della Guardia di Finanza, Generale Antonino Raimondo.
Nel suo breve ma incisivo discorso, il Generale Raimondo ha sottolineato la necessità di combattere per la “legalità economica“, affermando che senza di essa nascono disuguaglianze. Questo messaggio risuona particolarmente forte nel contesto attuale, caratterizzato dalle sfide post-pandemia e dalla crisi economica aggravata dai conflitti internazionali e dalle conseguenze come l’aumento dei costi energetici.
Le parole del Generale Raimondo evidenziano una realtà drammatica: le fasce più deboli della società italiana, tra cui cittadini e piccole imprese, stanno lottando per sopravvivere. Troppo spesso, queste categorie sono vittime di soprusi sia da parte delle istituzioni sia da parte di individui senza scrupoli, che sfruttano le lacune legislative per dominare il territorio e il mercato. Dove si teme l’ingiustizia del classico dominatore che per la propria ricchezza personale può “superare” ogni ostacolo giudiziario, eliminando il concetto della giusta condotta nel rigore delle leggi.
In questo scenario, il sistema bancario gioca un ruolo controverso. Vincolato da leggi che tendono a favorire le grandi imprese, anche quando queste non necessitano di finanziamenti, le banche preferiscono spesso lasciar fallire i piccoli imprenditori che si trovano in difficoltà a causa delle emergenze economiche. Questo atteggiamento non solo penalizza il tessuto economico locale, ma mette a rischio l’intero sistema produttivo nazionale.
Un esempio emblematico, che avevamo già anticipato, è rappresentato dalla STMicroelectronics (STM), che ha ricevuto 360 milioni di euro dalle istituzioni italiane senza alcuna difficoltà. Quei fondi avrebbero potuto salvare migliaia di piccoli artigiani ed esercizi di vicinato, che rappresentano la spina dorsale dell’economia nazionale, proteggono i territori e combattono lo spopolamento delle aree interne, incarnando il vero spirito del Made in Italy.
È imperativo modificare questo andamento. Ridurre le disuguaglianze non deve essere solo una questione penale, ma anche una priorità economica, ispirata agli insegnamenti di Keynes e volta a creare una cultura economica europea più equa e inclusiva. Solo così potremo garantire un futuro sostenibile e prospero per tutti.
Concludo con un ringraziamento al Generale Raimondo, augurandomi che le sue parole abbiano risuonato con forza tra la ricca platea del Teatro Vincenzo Bellini. La sua visione lungimirante è un faro di speranza in tempi difficili, e il suo impegno per la legalità economica merita il nostro più sentito riconoscimento.
immagine di copertina creata con IA