Sembra una cosa brutta, ma, invece, è una cosa ottima. Tradotto vuole dire:
“Puoi anche fare delle porcherie, ma non ti devi fare scoprire e, se scoperto, devi vergognarti”.
L’alternativa a questo è la spudoratezza. Fare una cosa disonorevole e non vergognarsene. In una società, il crimine è un danno grave, perché viole le regole nei fatti. Ma l’ostentazione del crimine è molto peggio, perché nega senso, valore e dignità alle regole. E per questo ha conseguenze molto più gravi.
Il Ministro Nordio, parlando in Parlamento dell’accompagnamento a casa di un criminale di guerra ricercato dalla CPI, ha detto di avere agito come ha agito perché ritiene il mandato di cattura sbagliato e fatto male e ritiene di avere il potere di sindacarlo e non dargli seguito.
Qualunque laureato in legge ha immediatamente compreso che si tratta di tesi non solo prive di qualsiasi fondamento giuridico, ma offensive dell’intelligenza di chi ha ascoltato quelle tesi.
Per dirla con estrema sintesi per i non addetti ai lavori, una qualunque Corte giudiziaria ha senso solo se i suoi provvedimenti sono “autoritativi”. Chi, in ipotesi, non li condivide o finge di non condividerli può impugnarli nelle sedi competenti, ma non può disattenderli unilateralmente. Un mandato di cattura è un ordine esecutorio, non una “raccomandazione”.
Per fare un paragone di facile comprensione, un poliziotto che riceve un mandato di cattura da eseguire deve solo verificarne la regolarità formale (se proviene dall’autorità, se è firmato), non può accompagnare il latitante a casa invece che in carcere dicendo che non condivide il mandato di cattura.
Nello specifico più tecnico, stavolta invece di provare a spiegare io a chi non fa il giurista le ragioni di questo, riporto qui un articolo scritto su Il Dubbio dell’11 febbraio dall’avv. Gaetano Pecorella.
Non ho la minima simpatia per l’avv. Pecorella, (fra i tanti motivi perché, a proposito di spudoratezza, è uno dei 314 Deputati che oltraggiarono il Parlamento e il Popolo dicendo di credere alla storia di Ruby nipote di Mubarak) ma l’articolo è scritto bene e dice la verità. E mi diverte lasciarla dire a uno come Pecorella.
L’articolo si chiude indicando due quesiti a cui Pecorella ritiene che non avremo risposta.
Nordio è laureato in giurisprudenza e ha fatto per moltissimi anni il magistrato. Dunque, le cose che ha scritto Pecorella le sa benissimo. Sono proprio rudimenti minimi del diritto.
I miei tre quesiti sono: com’è possibile, cosa significa e che conseguenze ha per la vita di una democrazia che il Ministro della Giustizia illustri in Parlamento le sue azioni dicendo cose che lui e tutti sanno essere clamorosamente false?
Per quelli che non conoscono altro schema mentale che giocare ottusamente al falso derby destra/sinistra, preciso:
- che questo post non è “comunista” e non ha niente a che fare con la “politica”: riguarda il diritto e la democrazia, che sono (o dovrebbero essere) patrimonio prezioso di ogni cittadino
- che la questione che mi attanaglia e mi induce a scrivere pipponi su Facebook non è “il caso Almasri” né questo o quel governo e neppure il livello della classe dirigente di questo Paese, ma come possa accadere che un popolo assista alla demolizione sistematica e spudorata degli schemi e degli strumenti della democrazia costituzionale senza accorgersene e senza comprendere quali ne sono e ancora più ne saranno le inevitabili conseguenze.
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