Il 17 febbraio 1600, Giordano Bruno fu condotto al rogo in Campo de’ Fiori, a Roma.
Nel convento della Chiesa di San Giovanni Decollato, i confratelli della Misericordia si preparano a una delle loro funzioni più macabre: accompagnare un condannato al rogo.
Giordano Bruno, ex frate domenicano, filosofo e scrittore, ha trascorso gli ultimi otto anni nelle prigioni dell’Inquisizione.
Il campo d’accusa: eresia, negazione di dogmi fondamentali come la Trinità, l’Incarnazione e la Transustanziazione, credenza nell’infinità dell’universo e nella pluralità dei mondi, oltre alla sua critica radicale alla Chiesa cattolica.
Il cammino verso il Rogo
Bruno viene prelevato dalla cella di Palazzo del Sant’Uffizio, in Vaticano. Gli inquisitori sperano ancora che si penta, ma lui rifiuta. Quando gli viene letta la sentenza definitiva, pronuncia la sua celebre frase:
“Forse avete più paura voi nel pronunciare questa sentenza che io nel riceverla”.
Viene quindi affidato ai confratelli della Misericordia, che gli impongono l’abito penitenziale e lo conducono verso Campo de’ Fiori. Lungo il percorso, la folla si accalca per vedere il filosofo eretico. Il clima è quello di un’esecuzione esemplare, destinata a ribadire l’autorità della Chiesa.
Il rogo a Campo de’ Fiori
Giordano Bruno viene denudato e legato a un palo. Gli viene messa una mordacchia, una sorta di morso di legno che gli blocca la lingua. I carnefici sistemano la legna intorno a lui e il boia appicca il fuoco. Le fiamme avvolgono lentamente il corpo del filosofo, mentre il fumo si alza nel cielo grigio. Non si sentono urla: il morso impedisce qualsiasi parola. Pochi minuti dopo, di lui rimangono solo cenere e brace.
L’Eredità di Bruno
Dopo la sua morte, Giordano Bruno non viene subito celebrato. Il suo pensiero rimane eretico per la Chiesa per secoli. Solo nel XIX secolo, con il movimento illuminista e positivista, la sua figura viene rivalutata. Nel 1889, proprio a Campo de’ Fiori, viene eretta una statua in suo onore, come simbolo della libertà di pensiero e della lotta contro l’oscurantismo.
Bruno è considerato un martire della scienza, della filosofia e della libertà di espressione.
I concetti chiave del suo pensiero:
L’Infinito e la Pluralità dei Mondi
Uno degli aspetti più rivoluzionari del pensiero di Bruno riguarda il cosmo infinito. In un’epoca in cui il modello aristotelico-tolemaico (la Terra al centro dell’universo) dominava la scienza e la religione, Bruno sostenne che:
- L’universo è infinito e non ha un centro privilegiato.
- Esistono infiniti mondi popolati da altre forme di vita, simili o diverse dalla nostra.
- Le stelle sono altri soli con propri sistemi planetari, anticipando di secoli la moderna astrofisica.
Bruno si basava sulle idee di Niccolò Copernico, ma le portò all’estremo, andando oltre la semplice teoria eliocentrica per affermare che l’universo è privo di confini e che Dio non avrebbe creato un cosmo limitato. Questa visione era incompatibile con la dottrina cristiana, che concepiva un universo finito e gerarchicamente ordinato da Dio.
Il Rifiuto della Teologia Dogmatica
Bruno contestò la Chiesa cattolica e il suo modo di intendere Dio. Per lui:
- Dio non è un’entità separata dal mondo, ma è immanente, presente ovunque nella natura e nell’infinito.
- Il peccato originale, l’Inferno e altre dottrine cristiane erano invenzioni umane prive di fondamento razionale.
- La religione istituzionale era un mezzo di controllo delle masse più che una ricerca della verità.
Il suo pensiero si avvicina molto al panteismo, ovvero l’idea che Dio e l’universo coincidano. Questo lo rende un precursore di filosofi come Spinoza e persino delle moderne concezioni scientifiche di un universo regolato da leggi fisiche, piuttosto che da un creatore personale.
L’Unità della Natura e la Magia Naturale
Bruno non era solo un filosofo e uno scienziato, ma anche un pensatore influenzato dall’ermetismo e dalla magia rinascimentale. Egli credeva che l’universo fosse attraversato da un’energia vitale, un principio che collega tutti gli esseri viventi.
- Il mondo è animato, tutto è dotato di una propria energia e di un’anima.
- La magia naturale non era superstizione, ma un metodo per comprendere e dominare le forze della natura.
Questa visione, influenzata dal Neoplatonismo e dalla tradizione alchemica, lo pone in contrasto con la scienza moderna, ma è fondamentale per comprendere la mentalità rinascimentale.
La Critica alla Filosofia Aristotelica e Scolastica
Bruno fu uno dei più accesi critici dell’Aristotelismo e della filosofia scolastica medievale, che considerava dogmatica e sterile. In particolare, rifiutava:
- Il concetto di un universo finito con sfere cristalline, come proposto da Aristotele e Tolomeo.
- L’idea che la Terra fosse al centro dell’universo.
- La logica aristotelica, che considerava inadatta a spiegare la complessità dell’essere.
Bruno sosteneva una nuova forma di conoscenza basata sull’intuizione, sull’immaginazione e sulla creatività, elementi che anticipano molte idee del pensiero moderno.
L’Uomo e la Libertà di Pensiero
Uno degli aspetti più moderni del pensiero bruniano è la sua concezione dell’uomo come essere libero, capace di autodeterminarsi senza vincoli imposti dalla religione o dalla politica. Per lui:
- L’uomo non deve seguire dogmi, ma cercare la verità con la propria ragione.
- Il libero pensiero è fondamentale, anche se porta al conflitto con il potere.
- La conoscenza non deve essere limitata, perché il sapere è infinito, come l’universo.
Questo lo rese un nemico della Chiesa e delle istituzioni del tempo, ma lo trasforma in un simbolo della libertà di pensiero per le epoche successive.
Bruno, il Ribelle del Pensiero
Giordano Bruno non fu solo un martire della libertà, ma un pensatore che anticipò molte delle grandi rivoluzioni scientifiche e filosofiche del futuro. Un precursore della cosmologia moderna. Un difensore del libero pensiero e della ricerca della verità. Un pioniere del panteismo e della filosofia della natura.