Per anni ci hanno raccontato che, se lo Stato avesse gestito direttamente il comparto dei giochi, si sarebbero, ad esempio, debellati quei fenomeni degenerativi che l’azzardo produce, a tutto beneficio delle casse erariali. In realtà, non è così: oltre all’incremento delle situazioni di regressività sociali, economiche e dell’illegalità prodotte da questo fenomeno, come si evince dai grafici, il volume dei denari che alla fine di ogni annualità rimangono nelle casse dell’Erario e ricavati dai giochi e dalle scommesse, ancorché importanti, non sono poi così opulenti: a causa di una serie di fattori (tassazione e ritorno in vincita applicate ad alcune tipologie di gioco) vi è infatti una sproporzione assolutamente abnorme tra il volume dei soldi veicolati nei vari canali dell’azzardo, e ciò che resta nelle casse dello Stato dai quali, va ricordato, ‘andrebbero’ scomputati i soldi che lo Stato spende per contrastare tutta quella serie di situazioni (prevenzione e cura della dipendenza, contrasto all’illegalità ben presente nel Comparto del gioco legale, etc.) e che i governi che si sono succeduti non hanno mai inteso quantificare.
NOTA: nel 2024 la Raccolta, ovvero il totale del giocato, è cresciuta del 6,5%, rispetto al 2023.