Provate ad immaginare che vostro padre o vostra madre, venga ucciso e che su di lui/lei vengano dette le cose più atroci. In piazza, sui giornali, ovunque.
Bene, adesso fate un ulteriore sforzo e immaginate che sulla targa che ricorda vostro padre o vostra madre, venga scritto un bel “suca” e che alcune persone, che peraltro non li hanno mai conosciuto, dicano che era un maniaco ed un pedofilo.
Ditemi molto sinceramente quale sono adesso i vostri sentimenti. Fatelo guardando i vostri genitori o le loro foto, ed immaginate tutto quello che vi ho descritto.
Proverete rabbia, schifo, impotenza e poi ancora rabbia. Tutto questo vi monterà dentro fino a farvi mancare il fiato e ad avere i conati di vomito.
Vi assalirà la voglia di lasciare questo paese, scappare il più lontano possibile, cercando di dimenticare tutto e di poter essere una persona con un passato “normale”. Ecco, questo è quello che provo io da 32 anni, e da qualche giorno, queste sensazioni aumentano se penso al silenzio che c’è attorno a questo gesto.
Dove sono le associazioni antimafia?
Dove sono le istituzioni che si sbracciano a ricordare i sacrifici delle vittime di mafia?
Tutti in silenzio perché mio padre non fa parte di una certa categoria di vittime di mafia, e soprattutto la sua famiglia ha deciso di non far parte del catalogo “vittime per tutte le stagioni”. Se tutto questo fosse accaduto alle vittime illustri, ci sarebbero piazze organizzate, cortei e perché no, anche concerti con cene organizzate per pochi eletti.
Ma va bene così meglio fuori che dentro il cerchio magico.
Perché come è vero che fa schifo la mafia, certa antimafia mancu cugghiunia.
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