Un’amicizia nata tra i banchi dell’istituto “Padre Reginaldo Giuliani”, un legame adolescenziale mai spezzato dalla memoria. È in questo contesto che il 30 gennaio 2025, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, si è tenuta l’attesa audizione di Rossana Sommei.
La sua testimonianza si inserisce in un lavoro investigativo teso a chiarire uno dei misteri italiani più longevi: la scomparsa di Mirella Gregori, avvenuta a Roma nel 1983, poche settimane prima della scomparsa della coetanea Emanuela Orlandi.
La Sommei, che all’epoca era compagna di classe e amica di Mirella, ha raccontato che il giorno della sparizione si trovava fuori Roma con la madre e la sorella, nel paese di Avendita di Cascia, in occasione del primo anniversario della morte del padre.
Della scomparsa di Mirella, la Sommei viene a conoscenza solo al rientro, la domenica, tramite le amiche Simona Bernardini e Giovanna Manetti.
Durante l’audizione, la Commissione ha letto il verbale del 1984, in cui Rossana Sommei raccontava di aver consultato, con le amiche, il diario scolastico di Mirella Gregori, ritrovando una fotografia con tre ragazzi sconosciuti. Ma oggi Rossana ammette: «Non lo ricordo. Potrebbe essere successo, ma non ne ho memoria».
La fotografia, secondo il verbale, sarebbe stata consegnata a Mirella dalla sua amica del cuore Sonia De Vito, affinché non venisse vista dal fidanzato Fabio De Rosa. Un nome che ritorna spesso, come figura ambigua e potenzialmente invadente: la Bernardini avrebbe riferito che Fabio stesse facendo la corte a Mirella, con approcci non graditi. Rossana nega di essere mai stata messa al corrente di questi episodi.
Uno degli elementi centrali è quello del famoso citofono: Mirella sarebbe scesa di casa dopo essere stata chiamata da qualcuno che si sarebbe presentato come Alessandro, nome che apparteneva a un ragazzo per il quale la giovane provava simpatia.
Rossana conferma: «Sapevamo che le piaceva. Se è scesa, è perché conosceva quella persona. Non sarebbe mai uscita con uno sconosciuto».
Al centro di molti passaggi dell’audizione c’è Sonia De Vito, figura sfuggente ma molto presente negli ultimi mesi della vita di Mirella. «Erano legatissime», racconta Sommei, «frequentavano casa a vicenda, andavano insieme anche nella casa al mare di Sonia».
Nonostante la vicinanza tra le due, Rossana insiste di non aver avuto rapporti con Sonia: «Non l’ho mai frequentata, forse vista una o due volte. Non era parte del nostro gruppo».
La sensazione che emerge – anche dalle domande serrate dei membri della Commissione – è che Sonia potesse custodire verità mai emerse, o quanto meno facesse parte di un mondo parallelo a quello della “comitiva di Centocelle”.
Rossana ha confermato la relazione affettiva tra Mirella e Massimo Forti, definendola “tranquilla e felice”. Tuttavia, si fa riferimento a un piccolo screzio avvenuto durante l’inaugurazione del bar dei genitori di Sonia, dove Mirella – forse presa da altre persone – avrebbe trascurato Forti. Un episodio che, pur apparentemente banale, torna più volte nei verbali e nella ricostruzione postuma.
Alla domanda sul carattere di Mirella, Rossana risponde senza esitazioni: «Solare, simpatica, una bella persona. Non sembrava cambiata, né triste. Non credo avesse segreti». Eppure, proprio la possibilità che Mirella avesse frequentazioni esterne non condivise con le amiche storiche emerge come l’ipotesi più ricorrente.
Nel finale, l’audizione tocca il tema del collegamento con Emanuela Orlandi. Per Rossana, non c’è: «Due storie diverse, due vicende separate. Non ho mai creduto che fossero legate». Ma l’interesse mediatico e la portata delle dichiarazioni pubbliche – incluso l’intervento di Papa Giovanni Paolo II – allargarono i confini del mistero.
La seduta si è aperta con un minuto di silenzio per la scomparsa del giornalista Fiore De Rienzo, già consulente della Commissione, ricordato come un professionista serio e riservato, legato profondamente ai casi Orlandi e Gregori. Un’altra voce che si spegne, nel tentativo collettivo di ricostruire la verità.
A oltre 40 anni dalla scomparsa, il caso Mirella Gregori resta un enigma. La testimonianza di Rossana Sommei, pur tra vuoti di memoria e passaggi sfumati, offre uno squarcio su un’epoca, su una ragazza e su una verità ancora nascosta tra le pieghe del tempo.
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