Non poteva arrivare epilogo più bello. Il Napoli risorge dalle proprie ceneri e vince il quarto campionato della sua storia. Tutto ciò era impensabile un anno fa, dopo una stagione da incubo chiusa al decimo posto e con tre allenatori diversi che si sono alternati in panchina.
Merito di un condottiero che non ha eguali per quanto riguarda le corse a tappe: cinque gli scudetti conquistati da Antonio Conte in Italia su sei tentativi, una media incredibile se aggiungiamo la Premier vinta con il Chelsea al primo anno. Oltre ai numeri incredibili, il tecnico pugliese è riuscito in poco tempo a plasmare la squadra a sua immagine e somiglianza, dando equilibrio, solidità difensiva e facendo integrare alla perfezione i nuovi arrivati.
Due su tutti, Mctominay e Lukaku, si sono rivelati determinanti e non potevano essere che loro i marcatori della vittoria decisiva sul Cagliari al Maradona. Lo scozzese addirittura si è aggiudicato il premio di MVP come miglior giocatore del campionato.
Questo trionfo porta pure i nomi dei senatori rimasti dall’anno scorso e dallo scudetto di due anni fa con Spalletti: capitan Di Lorenzo, convinto proprio da Conte a credere alla bontà del nuovo progetto e ritornato a giocare come solito fare, Meret si è confermato un portiere affidabile, Rrahmani al centro della difesa è stato in grado di saper guidare perfettamente il reparto, anche se poco citato dagli addetti ai lavori, Olivera con la sua duttilità sia come terzino che da centrale, si è dimostrato sempre all’altezza in ogni circostanza, Lobotka ha diretto l’orchestra a centrocampo, Anguissa è letteralmente esploso dando un grande contributo pure in zona goal e Raspadori è salito in cattedra nella seconda parte di stagione, a causa dei vari stop fisici di Neres. Menzione a parte per Matteo Politano, l’uomo ovunque della squadra che con sacrificio e dedizione, si è dimostrato il primo soldato di Conte. Ha giocato in tutti i ruoli possibili e immaginabili sulla fascia destra, non facendo mai mancare raddoppi in marcatura, km su km percorsi e preziosi assist per i compagni.
Nonostante la dolorosa cessione di Kvaratshkelia a gennaio e il mancato arrivo di un sostituto degno di nota, questo tricolore porta la firma pure della coppia De Laurentiis-Manna, in grado di allestire una rosa competitiva investendo sul mercato parecchi milioni e portando a Napoli un tecnico forte ed esigente come Antonio Conte.
Smaltito l’entusiasmo, toccherà ad entrambe le parti incontrarsi e pianificare la prossima stagione. Conte sicuramente rimarrà, quindi bisogna allestire una squadra forte e lunga per confermarsi in campionato e lottare con i migliori club in Champions League.
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