L' emergenza sanitaria che stiamo vivendo a causa del covid-19 porta con sé inevitabilmente un impatto psicologico sulla popolazione con ricadute importanti soprattutto sui soggetti più fragili e a rischio.
Ne abbiamo parlato con il Professor David Lazzari responsabile del servizio di psicologia dell'Azienda Ospedaliera di Terni e presidente dell'Ordine degli Psicologi.
Professor Lazzari qual è l'impatto psicologico in questa fase di malattia e di quarantena per gran parte della popolazione?
«I dati relativi ai nostri studi ci dicono che i livelli di stress hanno raggiunto il loro picco, con il 63% degli italiani in una situazione di disagio:addirittura uno su due sta vivendo il livello massimo di stress mai conosciuto prima».
Qual è la parte della popolazione più a rischio in questo momento?
«Innanzitutto bisogna pensare a quella parte della popolazione che identifico nella prima linea e che ricomprende i malati di covid-19 e tutto il personale sanitario che sta operando a stretto contatto con i pazienti. I malati spesso vivono con un senso di colpa la malattia, provando addirittura vergogna, sentendosi considerati come "untori". L' emergenza medica purtroppo ha lasciato in secondo piano quella psicologica per i malati e per il personale sanitario che ogni giorno in prima fila deve fronteggiare situazioni pesantissime.
C'è poi una seconda linea quella che ricomprende persone colpite da patologie diverse, sia fisiche che psichiatriche, quindi particolarmente fragili e maggiormente sensibili allo stress e alla straordinarietà della situazione. C'è poi tutto il fronte interno che comunque risente dello stress: i milioni di cittadini costretti a rimanere in casa e a vivere mutamenti e limitazioni importanti a seguito dell'epidemia».
Cosa si sente di consigliare ai cittadini per affrontare questo momento di solitudine e di reclusione in casa?
«Innanzitutto direi aiutarsi: trascorrere al meglio questo tempo che non è un tempo perso, ma ritrovato; considerare la casa come rifugio e non prigione; ricreare un equilibrio personale. Ma anche aiutare:
compiere azioni di solidarietà è importante sia per chi le fa per chi le riceve. Quindi provare ad ascoltare il prossimo, aiutare chi è in sofferenza attraverso piccole azioni che riescono anche a rafforzare il nostro sistema immunitario: lo possiamo fare aiutando il vicino di casa oppure attraverso la rete, magari facendo compagnia a chi è solo anche a distanza. Infine, farsi aiutare: non vergognarsi in questo momento nel chiedere aiuto per se stessi e per i propri cari, per questo è attivo un servizio on-line di supporto psicologico, si trova facilmente andando sul sito dell'Ordine degli psicologi italiani».
Cosa prevedete nel medio e lungo termine?
«Il disagio mentale è sicuramente in aumento e purtroppo le nostre previsioni vedono una curva crescente sul lungo periodo. È indispensabile quindi un approccio generale e pubblico, con un piano di assistenza psicologica che riesca ad essere di prevenzione e limitazione del danno. C'è sicuramente il rischio di un disagio che ora resta sotto traccia ma che potrebbe esplodere in un malessere diffuso».
Professor Lazzari, come usciremo da tutto questo?
«Spero che se ne esca con una maggiore consapevolezza, sia singola che collettiva».
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2020-04-02 19:15:58
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