Il 25 aprile è la data dell'annuale festa della Liberazione, che celebra la sconfitta del nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale ad opera delle forze partigiane e dell'esercito cobelligerante italiano. Ogni anno si ricorda in questo modo la lotta che, a partire dall'8 settembre 1943, fu condotta contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e contro le truppe naziste d'occupazione. Ma questo 25 aprile sarà diverso, il 75° anniversario della Liberazione: senza cortei, discorsi, strette di mano. Diverso ma non per questo meno importante degli altri.
Portocannone, piccolo paese molisano di origine arbëreshë, nel celebrare la ricorrenza del 75° anniversario della Liberazione dell'Italia dal regime fascista, renderà omaggio per la prima volta nella sua storia alla figura del Maresciallo Michelangelo Donato Vitale, partigiano della Brigata Piave, catturato dai Nazisti e dagli stessi giustiziato dopo una notte di torture il 28 aprile del 1945. “La memoria di questo figlio di Portocannone è un onore per la nostra Comunità; il suo sacrificio estremo ci sia di monito per riaffermare sempre il valore assoluto della democrazia e dell'antifascismo” dichiara il sindaco di Portocannone Giuseppe Caporicci.
Il maresciallo Vitale è nato a Portocannone in provincia di Campobasso il 31 marzo 1909. L'8 settembre 1943 si trovava di stanza al deposito del 25° Reggimento Fanteria di Cervignano. Prima ancora aveva combattuto in Libia nei reparti cammellati “Lupi del deserto”, nei quali si era arruolato volontario ancora nel 1938. Era arrivato a Chiesanuova poco dopo l'armistizio, trovando ospitalità presso la famiglia di Attilio Perissinotto e aveva partecipato al movimento partigiano locale fin dall'ottobre del 1943: inoltre collaborò al servizio informazioni effettuando rilevamenti lungo il tratto Chiesanuova-Caposile e compiendo alcuni atti di sabotaggio contro le linee di comunicazione nemiche. Il 26 aprile aveva collaborato all'azione di disarmo del presidio di Chiesanuova e al recupero del materiale, bellico e non, ivi esistente. Nelle prime ore del 27 aprile, mentre con altri partigiani attaccava il posto di blocco di Caposile, era stato fatto prigioniero insieme ad Egidio Montagner. Michelangelo Vitale ed Egidio Montagner dopo la cattura vennero portati a Jesolo dove, dopo una notte di interrogatori e torture, furono fucilati e gettati nelle acque del Piave alle prime luci dell'alba del 28 aprile 1945. (tratto dal libro “Un soffio” di libertà di Morena Biason).
La recente scoperta, avvenuta grazie alla sezione dell’ANPI di Jesolo e alla famiglia Occhionero di Portocannone, non potrà essere onorata e omaggiata con una manifestazione pubblica per via del Coronavirus. Nelle intenzioni dell’Amministrazione, per questa festa di Liberazione, c’era la volontà di fare una cerimonia pubblica in memoria del partigiano scomparso. Cerimonia che è stata rimandata al prossimo anno.
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2020-04-25 12:10:00
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