Usciva in una giornata di maggio, più precisamente il 5 Maggio del 1965 una delle opere più attuali, più necessarie per comprendere l'Italia di oggi: Comizi D'Amore di Pier Paolo Pasolini.
Qualcuno può domandare se sia davvero necessario vedere questa opera: lo è? Sì. Vedere Comizi D'Amore è un atto necessario soprattutto per capire la società di oggi. Pasolini si aggira in ogni parte d'Italia come un Socrate coinvolgendo chiunque, ogni ceto sociale. È l'Italia del 1963.
Non è lui il protagonista ma il pensiero di ogni persona. La cinepresa non è nelle mani di Pasolini ma nelle reazioni delle persone. È il primo esempio di cinéma vérité in Italia. Chi sono gli intervistati? Sono i cittadini italiani, dal piccolo borghese alla famiglia contadina; dalle ragazze che escono dal proprio turno in fabbrica alla squadra di calcio del Bologna; dagli studenti universitari alle ragazze che vivono al sud; dai ragazzi militari ai bambini.
E le domande? Che cosa trattano le domande? Pasolini chiede pareri su: sessualità, omosessualità, parità di genere, la situazione della donna, divorzio, femminicidio (termine che ancora non esisteva). Pasolini domanda se davvero la donna sia così inferiore all'uomo e come sia vista una ragazza madre nella società. Pasolini interroga sparendo (quasi) per far mettere in risalto tutti gli aspetti della società italiana ed il suo modo di vivere, di essere, di apparire, di credere, di osare. Pasolini osserva, nota. Pasolini viene anche sorpreso in positivo dalla risposta di una bambina che vorrebbe essere più indipendente ma gli uomini sono gelosi, la bambina inoltre aggiunge di essere favorevole al divorzio. Alcuni intervistati risponderanno che provano un sentimento di ribrezzo, di pietà, di schifo nei confronti delle persone "invertite" e che l'unica soluzione sia la repressione. Alcuni si nascondono dietro alla parola "costume" senza impegnarsi nel rispondere.
Oltre al parere del cittadino qualunque, in questo bellissimo film-documentario troviamo la voce di: Adele Cambria, Camilla Cederna, Oriana Fallaci, Alberto Moravia, Cesari Musatti e Giuseppe Ungaretti.
Che cosa è rimasto di Comizi D'Amore? Tutto. Molti pensieri sono mutati, molti tabù abbattuti ma non abbastanza. Comizi D'Amore è presente più che mai nelle nostre vite, fa parte di noi; anche se pensassimo di non esser d'accordo con questa opera, lo siamo.
Perché Comizi D'Amore non è soltanto un qualcosa da vedere, è anche un parlare, dialogare, confrontarsi, interrogare il proprio pensiero.
Comizi D'Amore è un promemoria per incitare al cambiamento, Comizi D'Amore è una presa di coscienza, è un invito ad andare oltre, percorrere un ponte facendo crollare un muro.
Non necessitiamo di una nuova versione di Comizi D'Amore come in molti hanno provato a fare, a donare. Necessitiamo che Comizi D'Amore sia un punto di partenza.
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2020-05-06 17:58:34
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