“Non sarà un'estate in quarantena, l'Italia andrà in vacanza. Potremo andare al mare, in montagna e godere delle nostre città, sarebbe bello che gli italiani restassero in Italia”. Con queste parole il Premier Conte ha reso speranzosi gli italiani, preoccupati per le imminenti vacanze estive: a quanto pare si potrà andare in villeggiatura, ma con le dovute accortezze e precauzioni del caso.
E’ bene ricordarlo: la fase 2 non è un ritorno alla libertà di prima, ma un semplice allentamento delle misure restrittive che per due mesi hanno limitato al massimo la vita di tutti gli italiani. Il fulcro della fase 2 si riassume in poche regole: mantenere le dovute distanze, portare sempre la mascherina e i guanti nei luoghi pubblici, soprattutto sui mezzi, e lavarsi spesso le mani. E fin qui ci siamo capiti.
Ma in vacanza come ci si deve comportare? Non si può certo fare il bagno con la mascherina e i guanti. E gli stabilimenti come si organizzeranno? La questione è complessa, perché (numeri, statistiche e indice di contagio alla mano) tutto dipenderà da cosa decideranno i vertici del governo, sentito il parere degli scienziati. Ma un primo quadro generale della situazione è stato fatto.
Inanzitutto non si potrà andare all’estero: l’estate si dovrà trascorrere per forza di cose nel bel Paese e al momento gli spostamenti fra regioni sono preclusi. Quindi, molto probabilmente, si andrà a mare o in montagna nel territorio regionale di appartenenza. Per gli stabilimenti balneari si pensa di installare un termo scanner all’ingresso (chi ha più di 37,5 gradi non potrà entrare) e di far compilare ai fruitori un’autodichiarazione in cui si dichiarerà di non essere sottoposti alla misura della quarantena e di non essere positivi al Covid-19. Confermata la presenza dei dispenser con igienizzanti per le mani e kit di guanti, mascherine e gel; inoltre, il personale degli stabilimenti balneari sarà sicuramente rimpinguato: dovranno vigilare sul rispetto delle norme igienico-sanitarie, sulle regole di distanziamento in mare, in spiaggia, in piscina e nei servizi igienici.
Fattore importante è la distanza: si dibatte se sia sufficiente una distanza di 3 metri tra ombrelloni, sdraio e postazioni o se sia il caso di elevarla addirittura a 10 metri, con buona pace dei piccoli stabilimenti balneari o di quelli che si trovano a ridosso degli scogli. Sia come sia, il numero di postazioni sarà dimezzato, così some saranno dimezzate le attività ludiche: niente feste in spiaggia, niente aperitivi o schiuma party, solo attività che consentono il distanziamento sociale come beach volley, ping pong e bocce. Obbligatoria la prenotazione online: gli accessi alle spiagge saranno infatti severamente scaglionati e alcuni comuni, addirittura, pensano al numero chiuso.
Lo scenario che si prospetta dunque non è molto incoraggiante: ci aspettano senza dubbio vacanze spartane, che implicheranno uno sforzo considerevole da parte dei vacanzieri , i quali si dovranno armare di pazienza e di una buona dose di forza di volontà. Ovviamente l’ultima parola spetterà sempre al Governo, tenendo conto della curva dei contagi e dei risultati raggiunti dopo i primi 15 giorni della fase 2.
uploads/images/image_750x422_5eb937431d57b.jpg
2020-05-13 16:22:17
13