La Ludopatia, da sempre, rappresenta una gravissima piaga sociale ed economica. Lo testimoniano le cronache, che riportano costantemente notizie di inchieste anti mafia e di drammi familiari. L’omicidio-suicidio di Corfinio (provincia aquilana) del 28 giugno, ad esempio, molto probabilmente ne è l’ennesima terribile conferma.
L’Abruzzo, in particolare, svetta nelle classifiche nazionali con milioni di euro bruciati con le famose «macchinette»: secondo i dati dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) nel 2017 a Vasto sono stati 72 milioni 597mila 869 euro, in tutto l’Abruzzo 2,7 miliardi pari al 3% del totale nazionale per una media pro capite di 2035 euro regionale, mentre quella nazionale è di 1687 euro. Impressionano i numeri anche di altri comuni della Provincia di Chieti, riferiti sempre al 2017: a Lanciano sono stati bruciati almeno 58 milioni, a Rocca San Giovanni (poco più di 2000 abitanti) oltre 29 milioni, ad Atessa (poco più di 10.000 abitanti) oltre 19 milioni, a San Vito Chietino (poco più di 5000 abitanti) oltre 10 milioni, a San Salvo (poco più di 20.000 abitanti) 36 milioni 54 mila 684 euro, a Casalbordino (intorno ai 6000 abitanti ma in trend decrescente) 8 milioni 316 mila 523 euro e infine a Cupello (poco meno di 5000 abitanti) 5 milioni 383mila 821 euro.
Il gioco d’azzardo – online, slot machine, sale da gioco e punti di raccolta scommesse – legale e illegale, sta diventando un terreno sempre più proficuo per le mafie. La relazione della Direzione Investigativa Antimafia sul primo semestre 2019 ha documentato, infatti, come il gioco d’azzardo sia ormai un settore consolidato dei clan come il narcotraffico, le estorsioni, lo sfruttamento della prostituzione e l’usura. All’inizio del dicembre 2017 risultavano almeno sessanta i clan mafiosi che in tutta Italia facevano affari con il gioco d’azzardo, anche legale.
«I tentacoli dell’illegalità prosperano benissimo su un binario parallelo e con un giro di affari difficilmente quantificabile; la realtà incontrovertibile evidenzia come, a fronte di una maggiore offerta del gioco legale sia più semplice per i clan malavitosi trarre profitti attraverso pratiche di usura, riciclaggio, estorsione, imposizione» denunciò il procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho nei giorni della presentazione del dossier «Gioco sporco, sporco gioco. L’azzardo secondo le mafie» da parte del Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza. Libera, da tanti anni, chiede impegni precisi con leggi e regolamenti alle istituzioni e già nel 2012 con il dossier (pubblicato da Edizioni Gruppo Abele) «Azzardopoli 2.0. Quando il gioco si fa duro … le mafie iniziano a giocare» documentò i vertiginosi numeri di quella che definì la «terza impresa italiana» (numeri da podio mondiale, con ampie possibilità di diventare i primi al mondo) per giri d’affari criminali e piaga sociale. Anche Avviso Pubblico, il 10 marzo scorso, ha reso noti i primi dati provvisori relativi al 2019, elaborati dall’Agenzia Dogane e Monopoli, secondo cui il totale nazionale ha superato i 110 miliardi di euro con un incremento rispetto all’anno prima del 3,5%, e l’Abruzzo – 1770 euro – prima regione in Italia per raccolta pro-capite davanti a Lombardia e Campania.
A Vasto i numeri, come abbiamo già sottolineato, sono altissimi: il 18 febbraio dell’anno scorso un regolamento per il contrasto alla ludopatia fu proposto dai consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Marco Gallo e Dina Carinci. La giunta e la maggioranza PD-Art1-socialisti-liste civiche espressero dubbi sulla disciplina fiscale proposta, paventando addirittura possibili rischi di denunce per danni erariali in relazione alle agevolazioni fiscali previste per disincentivare il dilagare di «macchinette» e simili e, al termine della discussione in consiglio comunale, fu approvata una mozione (18 voti favorevoli e 3 astenuti, nessun voto contrario) che impegnava «il Consiglio Comunale a dare incarico di redigere, entro due mesi, un regolamento per la prevenzione ed il contrasto delle patologie e problematiche legate al gioco d’azzardo». Vasto dunque avrebbe potuto avere questo regolamento entro fine aprile 2019 e un mese e mezzo dopo tale termine temporale la presidente della Commissione Affari generali e regolamenti del consiglio comunale avv. Maria Molino (appartenente alla maggioranza che sostiene la giunta di Francesco Menna, PD) ha dichiarato di aver «dato incarico al settore Commercio, competente su questa materia, di occuparsi della redazione del relativo regolamento».
È passato un altro anno nel frattempo e il regolamento per il contrasto alla ludopatia non risulta essere stato portato all’attenzione della commissione presieduta dall’avv. Molino e in consiglio comunale. Abbiamo provato a contattare via email la presidente, così come gli assessori Marcello e Barisano competenti anche su attività produttive, commercio, statuto e regolamenti e tributi locali, ma nonostante siano passati molti giorni non abbiamo avuto nessun riscontro. Accade da mesi su un numero di tematiche in costante aumento, così come abbiamo riportato doverosamente mercoledì scorso: se un giorno dovesse cambiare l’atteggiamento e volessero non ignorarci più ovviamente siamo a disposizione per informare i nostri lettori, fornendo loro anche la voce dell’amministrazione comunale il tutto in maniera libera e indipendente, incalzando ma senza mai accontentarci e chinarci (s’intende).
«Prima che finiscano il mandato devono portare il regolamento anche in consiglio comunale per l’approvazione – ci ha dichiarato Marco Gallo – portarlo solo all’attenzione della commissione regolamenti non basta. La ludopatia è una piaga su cui non si può scherzare, ho visto persone che hanno perso interi stipendi nelle sale slot». Il regolamento per il contrasto alla ludopatia, sottolinea Gallo, «potrebbe servire di monito anche alla Regione, che dovrebbe fare un regolamento per tutto il territorio regionale su cui di conseguenza dovrebbero poi attivarsi tutti i comuni. In tutto questo il Comune di Vasto potrebbe essere capofila, quest’attesa indigna e tra l’altro la maggioranza non dovrebbe fare quasi nulla se non prendere il regolamento da noi proposto – che già esiste in altri Comuni – o altre proposte, per esempio di Anci Abruzzo o Anci Toscana, pedissequamente. Come già sottolineai in consiglio comunale quando presentammo la proposta anche da esponenti delle Forze dell’Ordine arrivano sollecitazioni, con un regolamento comunale contro la ludopatia avrebbero maggiori strumenti e potrebbero lavorare meglio. Eppure, ad oltre un anno dall’approvazione della mozione in consiglio comunale non si muove ancora nulla».
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2020-07-08 20:52:46
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