A quanto pare non è facile, neanche per l'amministrazione comunale interessata, ritrovare il capitolo del bilancio pubblico nel quale, da anni ormai, dovrebbero essere versati i proventi del bene immobile confiscato alla mafia, situato nel centro storico di Terni. Il bene in questione è stato dato in locazione,diversi anni fa, ad una attività commerciale di compro oro a fronte di una mensilità di 850 euro.
Abbiamo ricontattato, dopo una settimana, l'assessore competente – in carica da due anni – al welfare, Cristiano Ceccotti. L'amministratore ci comunica di essere ancora in attesa di documenti e che preferisce riferire i risultati della ricerca che sta effettuando direttamente in sede istituzionale, rispondendo ad una interrogazione presentata mesi fa dal consigliere comunale di Senso Civico Alessandro Gentiletti.
Ricordiamo che i proventi dei beni confiscati sono destinati, come impone la normativa nazionale antimafia, a finalità legate al sociale per un riutilizzo degli stessi che ne valorizzi il significato civico e culturale.
Sottrarre beni e ricchezze alle mafie resta, difatti, il modo più efficace per indebolire questo devastante cancro da estirpare, insieme a una costante e capillare comunicazione. Per un risveglio delle coscienze e una sempre più necessaria rivoluzione culturale.Una confisca quella a Terni che risale al 2008. Tanti soldi in ballo, ma nessuna comunicazione ai cittadini.
Restiamo in attesa, fiduciosi che ci sia stato un riutilizzo delle somme derivanti dalla locazione, per finalità realmente sociali e culturalmente apprezzabili.
LEGGI ANCHE:
- Beni confiscati: Terni e le infiltrazioni mafiose
uploads/images/image_750x422_5f81cef68faa6.jpg
2020-10-12 16:30:16
11