Nelle scorse settimane ci eravamo attivati per conoscere la modalità di utilizzo dei proventi che il Comune di Terni percepisce dalla locazione di un immobile di circa 20 metri quadrati situato in Corso Vecchio, proprio nel centro storico della città. Non parliamo di un immobile qualsiasi ma di un bene sequestrato alla mafia.
A seguito della confisca dei beni sequestrati alle mafie, come prevede la normativa nazionale antimafia, se si tratta di immobili diventano proprietà delle amministrazioni che possono gestirli o assegnarli in concessione: resta, tuttavia, l'obbligo per i comuni di un utilizzo sociale del bene o dei ricavi eventualmente percepiti, perchè come sottolinea la normativa è fondamentale la sottrazione di beni di illecita provenienza dal circuito economico delle organizzazioni criminali e il riutilizzo degli stessi per finalità sociali.
In questo caso l'immobile, che dal 2016 fa parte del patrimonio del comune, è stato dato in locazione ad una attività commerciale di Compro Oro che versa nelle casse della amministrazione un canone di 850 euro mensili.
Una somma importante che avrebbe dovuto essere utilizzata, come prevede l'antimafia, prevedendo un apposito capitolo di spesa nel bilancio comunale.
L'assessore del comune di Terni competente in materia Cristiano Ceccotti, da noi contattato alcune settimane fa, ci aveva detto di non essere a conoscenza della questione e si era reso disponibile a fare accertamenti riguardo all'immobile e all'utilizzo delle somme percepite dalla locazione, per poi invitarci una volta ricontattato ad attendere la sua risposta in sede istituzionale alla interrogazione presentata sull'argomento dal gruppo consigliare di Senso Civico.
La risposta è arrivata e, purtroppo, come previsto è assolutamente deludente.
Nel bilancio comunale di Terni, non è mai stato previsto un capitolo di spesa per il versamento e la gestione delle somme percepite dalla locazione dell'immobile. Soldi che sono quindi finiti nel bilancio complessivo non rispettando in alcun modo le norme antimafia in materia.
Nella risposta dell'assessore alla interrogazione, si legge che tali somme sono state utilizzate "per la corresponsione degli affitti all'Ater (Agenzia per l'edilizia residenziale) per gli immobili messi a disposizione del Centro Antiviolenza negli anni 2018, 2019, 2020 e che per il prossimo anno verranno definiti gli impegni di spesa".
Una risposta che non nobilita: non solo perchè gli affitti all'Ater già dovrebbero essere pagati dal Comune, ma, soprattutto, perchè ancora una volta la politica, di qualsiasi colore e bandiera, manifesta un atteggiamento sciatto e approssimativo su una materia di vitale importanza, come quello della lotta alle mafie. Sottrarre un bene alla malavita per restituirlo alla comunità e ai territori attraverso un utilizzo sociale ed istituzionale dello stesso, dovrebbe essere una priorità, soprattutto, in una realtà come quella Umbra solo apparentemente tranquilla e non interessata alle infiltrazioni mafiose. Non è cosi.
Si sono persi molti soldi che potevano essere investiti nel sociale per aiutare soggetti deboli in difficoltà e si è rinunciato ad attuare una fondamentale opera di informazione e sensibilizzazione fra i cittadini. Non vi è stata né la capacità né la volontà da parte della politica locale, passata e presente, di valorizzare la confisca di un bene alla mafia: quasi nessun cittadino ternano ne è a conoscenza, quando cammina in centro di fronte alla vetrina del Compro Oro.
Anche questa è una scelta che, forse, andrebbe rivista, pensando magari in futuro di concedere l'immobile ad associazioni di volontariato o a soggetti capaci di svolgere una funzione sociale che faccia bene al territorio. E' sempre più necessario riportare etica e morale al centro di un dibattito politico troppo spesso impegnato su altro anche in tempi lontani dalla pandemia.
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2020-10-25 13:20:34
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