La musica e l’arte più in generale che si fa aggregazione, laboratorio, professionalità. Quando poi nasce dalla tradizione e dalla passione di una regione ricca di storia come la Calabria, diventa uno dei migliori biglietti da visita per portare fuori dai confini regionali tutta la bellezza di quel territorio.
È questo uno dei principali obiettivi di Calabria Sona nata nel 2012, un circuito che per gli artisti e gli eventi calabresi è diventato il principale punto di riferimento.
Ne abbiamo parlato con Giuseppe Marasco, coordinatore della rete Calabria Sona creata per valorizzare la musica locale e formare i nuovi artisti del domani.
In cosa consiste la vostra attività e quale è il progetto?
«Abbiamo fatto rete, creato un sistema organizzativo che si occupa di tutto quello che serve per produrre musica: dalla produzione alla promozione, dalla formazione alla vendita. Si tratta di un coordinamento libero di professionisti e artisti del territorio che lavora per valorizzare la cultura musicale locale, per portarla fuori dai confini calabresi ed esportare la nostra terra, per attirare turisti e creare occasioni di scambio e crescita.»
Parliamo della vostra produzione artistica: che tipo di musica è quella prodotta da Calabria Sona?
«Si parte necessariamente dal territorio, dai ritmi e dai contenuti della vera tarantella che, da musica marginale si è trasformata in fenomeno popolare. Poi sono tante le contaminazioni che hanno portato ad una vasta produzione con artisti non solo locali, per questo i nostri testi sono scritti sia in dialetto che in italiano. La tradizione locale rivisitata e rielaborata in varie forme, questa è la grandezza della folk word music d’autore, in continua evoluzione e che non conosce confini.»
La vostra organizzazione che comprende anche la formazione degli artisti, può spiegarci in cosa consiste?
«Organizziamo corsi di formazione per musicisti: la nostra più grande soddisfazione è creare musicisti che in alcuni casi riescono a trasformare la passione in professione. Abbiamo creato una orchestra musicale composta da 22 elementi tra i migliori esponenti del mondo musicale calabrese diretti dal Maestro Checco Pallone: ci sono giovani musicisti, professionisti affermati, musicisti identitari, tra un mese uscirà il loro primo disco live.»
La musica di tradizione made in Calabria che arriva in ogni angolo del mondo grazie ai gemellaggi tra artisti, festival svolti in Italia e all’estero e anche attraverso i social. Avete finanziamenti o aiuti dalle istituzioni?
«Abbiamo creato una nostra etichetta discografica e siamo editori Siae. Abbiamo una pagina facebook, un canale youtube e sempre online vendiamo i nostri prodotti e servizi. Purtroppo non ci sono molti fondi destinati allo spettacolo e quando ci sono vengono distribuiti a pioggia senza assicurare sostegni mirati a quelle produzioni di qualità artistica superiore. Sarebbe importante invece premiare il merito il lavoro. Non resta che l'autofinanziamento per portare avanti la nostra attività.»
Avrà letto, in queste ultime settimane, le polemiche nate a seguito di alcuni articoli e post sui social nei quali si contestano i contenuti delle canzoni di una cantante calabrese. Come WordNews.it ce ne siamo occupati per primi e, dopo aver cercato di contattare la signora Merante senza successo, abbiamo denunciato la gravità di alcuni passaggi contenuti nella sua produzione, nei quali si parla, senza alcun tipo di condanna, di mafie e latitanti.
Cosa ne pensa?
«Accade da oltre 50 anni! Ma nessuno sino ad oggi se ne è accorto. Ci sono “artisti” che esportano l'aspetto malato del nostro territorio, che parlano di mafia e ‘ndrangheta attraverso un progetto musicale semplice e diretto, che arriva facilmente ad un determinato pubblico e si fa veicolo di messaggi chiari. Inoltre va detto che resiste un vecchio retaggio culturale che erroneamente riconosce in quel tipo di musica la vera tradizione calabrese.
Esportando quella musica e quei messaggi anche oltre i confini nazionali, si fa un danno di immagine gravissimo a questa terra, qualificandola solo come terra di malaffare.»
Eppure queste produzioni registrano un importante successo di pubblico, soprattutto tra i giovani, come se lo spiega?
«È un tipo di produzione semplice, accompagnata da melodie orecchiabili che restano in testa. Ancora oggi, nelle piazze affollate dei nostri paesi, questi brani sono la colonna sonora di feste e iniziative locali, la richiesta cade su questo tipo di musica. Le istituzioni dovrebbero premiare le produzioni di qualità superiore e dai contenuti positivi, ma non sempre accade, anche se va detto che molti Comuni e associazioni nel nostro caso ci appoggiano, provando anche in questo modo a diffondere una nuova sensibilità.»
La vostra musica cerca di esportare le tradizioni di una terra difficile e bellissima. L’arte per esportare la Calabria nel mondo.
Le tradizioni vanno tramandata anche fuori dal confine nazionale. Questo permette di divulgare valori positivi, riportare la gente a cantare nelle piazze, inneggiare alla nostra meravigliosa storia.
Ecco perché ci rivolgiamo anche ai calabresi nel mondo, facendo loro un appello: promuovere la Calabria, quella sana, onesta e ricca di valori.»
Una produzione vasta, con artisti di altissimo livello che stanno facendo conoscere nel mondo le straordinarie terre del Sud. Come il duo di chitarra battente formato da Francesco Loccisano e Marcello De Carolis, autori di una raccolta di brani rielaborati dai due musicisti per evocare tutte le potenzialità sonore ed evocative della chitarra a dieci corde. Il loro disco è disponibile sia in vinile che in cd.
Una produzione musicale, quella di Calabria Sona, impreziosita da meravigliosi videoclip che mostrano tutta la bellezza della Calabria, come quello proposto dalla band Ragainerba e presentato al Rainbow Free Day, palcoscenico nazionale dei musicisti indipendenti.
La capacità di valorizzare le radici della cultura calabrese mescolando vari generi musicali, dal reggae al pop, in un crescendo di contaminazioni, è il punto di forza di questa produzione ricca di colori, speranze e carica di sogni da condividere.
Testi ricchi di valori e di sentimento come quelli di Paolo Sofia raccolti in un album ricco di vibrazioni dal titolo “L’albero delle more” ispirato al romanzo “La maligreti” di Gioacchino Criaco.
La rivoluzione è rappresentata con i colori dell’albero di more.
Si parla di una Calabria della seconda metà del secolo in cui la fatica del lavoro spezza la schiena e i sogni. Ma vi è tanta voglia di riscatto in una protesta che inizia a pulsare per riaffermare i diritti negati e i desideri infranti.
“La nostra gente non ha mai avuto re, ha solo accettato di essere guidata da quello che tra noi era il migliore per doti naturali e non per giuramenti di sangue” un passaggio del testo.
Tra le tante attività vanno segnalate anche quelle sociali attraverso di Calabria Dona che ogni anno a Natale porta doni e musica in tutta alla Calabria, nelle strutture dove ci sono persone appartenenti alle categorie protette (rsa, ospedali, centri diurni per ragazzi con disabilità).
Nell’arte e nella musica vi è tutta la disperazione e la passione di un Sud che vuole combattere per una vita migliore e lo fa mettendoci dentro tutto il cuore e tutta la bellezza di cui solo queste terre sono capaci.
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2021-02-05 19:48:16
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