Il settore penitenziario si conferma tra i più fragili ed esposti davanti l’avanzare della pandemia. Giungono notizie da varie parti d’Italia su un aumento dei contagi, la richiesta di maggiori protezioni e lutti. Ne sono drammatica conferme le notizie dalle carceri abruzzesi e campane a cui abbiamo dedicato diversi articoli nei giorni scorsi.
Uno degli istituti penitenziari dove la situazione è più critica è quella di Carinola, in provincia di Caserta: mercoledì scorso abbiamo pubblicato alcune dichiarazioni del coordinatore regionale FP CGIL Penitenziaria Orlando Scocca che ci ha riportato quanto accade. Il giorno dopo i sindacati di polizia penitenziaria hanno reso noto l’arrivo di 15 unità del GOM a supporto.
Ieri sera è deceduto l’ispettore Giuseppe Matano, vittima del nuovo coronavirus. Cinquanta anni, viveva a Carano e lascia la moglie e due figli. È di queste ore anche la notizia dell’aggravamento di un Assistente Capo della Polizia Penitenziaria, 57 anni.
«Ancora un’altra vittima nella Polizia Penitenziaria campana per covid e sempre un poliziotto che lavorava presso la casa circondariale di Carinola, Matano Giuseppe 50 anni lascia la moglie e due figli – scrivono in un comunicato Orlando Scocca e Salvatore Tinto della segreteria regionale FP CGIL – Non è ammissibile e non esistono giustificazioni rispetto a tanta superficialità e irresponsabile approssimazione, non sono ammesse condotte che rasentano l'incoscienza quando sono in gioco vite umane che per adempiere al proprio dovere rischiano la vita».
«Avevamo chiesto e sollecitato, da tempo, che venissero effettuati tamponi al personale invece degli screening veloci, la nostra richiesta è rimasta inascoltata, i vertici della casa circondariale di Carinola, come di tutti i penitenziari della Campania devono garantire la massima sicurezza per l'integrità psico-fisica del personale a garanzia degli operatori e dei detenuti e quando questo non avviene, emergono gravi responsabilità della dirigenza per le conseguenze che ne scaturiscono – denunciano Scocca e Tinto – Il prezzo in vite umane pagato dal personale della polizia penitenziaria in questa grave pandemia è alto, troppo alto, riteniamo che a renderlo insopportabilmente pesante hanno contribuito i comportamenti non accorti e non adeguati alla gravità della situazione, per cui chiudiamo che si faccia chiarezza e si accertino responsabilità per siffatte condotte, è il minimo che bisogna fare per rendere onore e giustizia alle vittime. Esprimiamo nel contempo la nostra commossa solidarietà e vicinanza ai familiari dell'ispettore scomparso».
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2021-02-27 16:18:29
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