Si è svolta, ieri, a Palermo una manifestazione per gridare un no a quella che sembrerebbe una continuazione della famosa trattativa Stato-mafia. Tanti i parenti delle vittime delle mafie che hanno gridato tutta la loro indignazione davanti a una Piazza Verdi piena di striscioni e manifestanti, in un contesto che ha dimostrato ancora una volta il totale disinteresse di passanti e cittadini in generale. La manifestazione, organizzata dall’associazione “Our voice” con la partecipazione delle Agende rosse e di Scorta civica, ha visto sfilare tanti ragazzi, testimoni di una voglia di cambiamento che lascia speranze per il futuro, al grido “Fuori la mafia dallo Stato”, oltre alle tante testimonianze di chi ha perso un proprio caro ucciso da Cosa nostra.
Già in piena emergenza sanitaria ci siamo ritrovati di fronte alla scarcerazione di centinaia di mafiosi molti dei quali in regime di carcere duro “41 bis” cosa che ha indignato parecchie vittime delle mafie e nonostante un regime carcerario che non consente contatti hanno visto dei positivi al CoviD-19 anche tra chi è in regime di carcere duro, una cosa che lascia parecchio riflettere.
Consentire l’abolizione dell’ergastolo ostativo sarebbe oggi un dimenticare la storia di questo paese, sarebbe un non aver vissuto la realtà di un paese che piange tanti morti per mano mafiosa che tanto hanno scosso le coscienze, una frase che deve tornarci sempre in mente detta dalla moglie dell’agente di scorta di Giovanni Falcone Vito Schifani, la signora Rosalia Costa rivolgendosi ai mafiosi e autori della strage durante i funerali del marito dice: “Io vi perdono però vi dovete mettere in ginocchio”.
Ecco quegli uomini così detti d’onore in ginocchio non si sono mai messi e quel pentimento non c'è mai stato e addirittura si sono permessi, dal regime di carcere duro nel corso degli anni, di minacciare di morte magistrati come il dottor Di Matteo che tanto stanno facendo nella prosecuzione di un lavoro interrotto da quelle stragi, un lavoro straordinario che ha visto riconosciuta finalmente la trattativa Stato-mafia in una storica sentenza.
L’abolizione dell’ergastolo ostativo e il generale silenzio di istituzioni e personalità che dovrebbero stare al fianco di chi ha rimesso la propria vita per la lotta a queste “bestie” che nessuna pietà hanno avuto per donne, bambini e uomini di ogni età, lascia un profondo sgomento soprattutto in chi lotta e crede che un giorno questo fenomeno apparentemente invincibile venga definitivamente estirpato, inoltre non bisogna dimenticare due aspetti fondamentali: uno è il fatto che le famiglie delle vittime delle mafie non hanno mai avuto la possibilità di permessi per vedere i loro cari che oggi riposano dentro una cassa di legno senza alcune colpe e il secondo aspetto è che non pentendosi mai, i padrini della mafia non hanno mai chiesto perdono, anzi nonostante la collaborazione con le istituzioni gioverebbe molto non rinnegano in modo alcuno il loro passato e come detto in precedenza si arrogano anche della possibilità di continuare a minacciare di morte chi ritengono scomodo alla loro cultura criminale. Tutto questo deve farci riflettere su un aspetto fondamentale: con gli eventuali permessi premio ci troveremmo di colpo indietro di quaranta anni con vecchie faide tra famiglie mafiose e con il rischio di ritrovarci ancora a dover piangere morti innocenti.
Ecco perché diciamo no alla sua abolizione.
Lo dobbiamo a tutte le vittime di questa montagna di merda chiamata mafia.
(le foto sono state scattate da Luana Ilardo e Daniele Ventura)
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2021-04-03 18:45:52
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