La questione energetica, con l’aumento esponenziale dei prezzi di gas ed elettricità, ha fatto irruzione in questa campagna elettorale. Una campagna che verrà ricordata molto probabilmente come la peggiore e la più vuota di sempre. Poteva sull’energia essere diversa?
Ovviamente no. In queste settimane tra un comizio e l’altro, tra una bordata sui social e l’altra coloro che, fino all’arrivo del prossimo, sono al governo e lo sono tutti insieme dispensano “soluzioni” le più diverse. A dimostrazione del livello di lor signori nulla di nulla sulle speculazioni internazionali, nessuno ricorda che la “bufera” non è nata improvvisamente qualche mese.
Ma in realtà già un anno fa c’era l’avvisaglia di quel che sta per avvenire. Nell’autunno scorso addirittura c’erano timori per la tenuta del sistema elettrico praticamente in tutta Europa. E si andava dall’allarme per un rischio black out generalizzato anche per due settimane di seguito alla proposta di black out selettivi locali per garantire la tenuta del sistema. Ma di tutto questo nessuna traccia nella campagna elettorale in cui, secondo Vauro Senesi, il meno peggio ha preferito non candidarsi.
A metà agosto avrebbe dovuto fare irruzione, catturare grande attenzione e travolgere la classe spolitica dei palazzi (colpevoli ieri, oggi e purtroppo anche domani) una notizia legata alle politiche energetiche, a quale direzione intraprendere per la transizione ecologica, per la lotta ai cambiamenti climatici, per recuperare l’indipendenza energetica che gli sgoverni degli ultimi decenni hanno vergognosamente affossato in ogni prospettiva.
Ed invece la notizia l’hanno dovuta rendere nota movimenti ambientalisti, le analisi e approfondimenti migliori li abbiamo letti sul Guardian (nove mesi fa, come documenta la copertina di quest’articolo, perché l’arbitrato non è roba di pochi mesi…) e solo alcuni organi di stampa ambientalisti e per il resto qualche cazzata per un paio di giorni da parte di qualche sparuto esponente del governo dell’assembramento, qualche titolo ad effetto della stampa neocapitalista e neoestrattivista e nulla più. Eppure questa notizia da sola travolge ogni chiacchiera elettorale e politicante e squarcia il velo della realtà reale e della vera verità.
L’Italia non ha nessuna sovranità energetica, nessun potere decisorio, nessun potere, il destino dei territori, della salute, dell’economia, delle fonti energetiche non li decide il Parlamento, non li decide il governo. Tutti coloro che vediamo quotidianamente sfilare sono quasi tutti solo burattini e pupi, è show da campagna elettorale, sono chiacchiere di chi cerca di giustificare la sua esistenza. Hanno governato, sgovernano e governeranno ma su questioni fondamentali e vitali possono solo giocare come i cuccioli del maggio o quasi.
L’Italia è stata condannata a metà agosto in un arbitrato internazionale, basato sul Trattato della Carta dell’Energia, a pagare 190 milioni di euro più alla Rockhopper. La “colpa” dell’Italia: aver voluto tutelare i mari italiani, decidere sui propri territori e – attenzione – aver bocciato un progetto privato, Ombrina Mare 2. Mai approvato, bocciato durante l’iter autorizzativo. L’Italia ha cercato in quell’occasione di essere Stato, di tutelare interessi pubblici rispetto ad interessi economici di alcuni privati.
Ha svolto quel che, sostanzialmente, su migliaia di progetti avviene ogni giorno. Ma questo, grazie al trattato firmato nel 1994 e ratificato nel 1997, di fronte gli interessi estrattivisti, speculativi, economici di una multinazionale non è consentito ad uno Stato, la sovranità che dovrebbe “appartenere al popolo” appartiene in realtà a ben altri. Follia finale: l’Italia sarebbe uscita dal trattato nel 2016 ma una clausola la vincola ancora per vent’anni.
Riportiamo, a chiusura, il comunicato stampa del Forum H2O Abruzzo. Questi sono temi che dovrebbero monopolizzare – magari anche in maniera intelligente, di gente che sa quel che dice e cum grano salis ma purtroppo è chiedere troppo agli sgovernanti di ieri, oggi e purtroppo anche domani- la campagna elettorale e il dibattito pubblico. Invece silenzio assoluto rotto solo da menate in libera uscita. Ecco perché è importante parlarne e scriverne anche dopo alcune settimane.
TRIVELLE, ITALIA CONDANNATA A PAGARE 190 MILIONI. FORUM H2O: TRATTATO CARTA ENERGIA UNA TRUFFA, FERMA LA LOTTA ALLA CRISI CLIMATICA
Ombrina e arbitrato internazionale. Forum H2O: il trattato della carta dell'energia è una truffa, profitti garantiti alle aziende fossili sempre e comunque.
Arbitrati oscuri freno alla lotta alla crisi climatica, in Europa grande dibattito, in Italia nulla.
L'Italia è stata condannata a pagare 190 milioni di euro a Rockhopper nell'arbitrato internazionale fondato sul truffaldino Trattato della Carta dell'Energia firmato nel 1994 e ratificato dal nostro paese nel 1997 in merito allo stop al progetto petrolifero Ombrina, fermato dal Parlamento italiano dopo una mobilitazione popolare alcuni anni or sono.
Ricordiamo che la norma approvata dai parlamentari secondo i principi fondamentali della democrazia riguardava numerose aziende e posizioni. Non era neanche, insomma, una legge contro una singola impresa o uno specifico progetto ma era un provvedimento volto a tutelare i nostri mari.
Grazie a questo accordo, da cui oggi diversi paesi vogliono retrocedere, le multinazionali possono fare causa contro leggi dello Stato. Anche uscendo dal trattato c'è una clausola che permette di fare causa anche per i decenni successivi. Il conflitto viene risolto da un collegio composto da tre arbitri, uno scelto da ciascuna parte e uno collegialmente, selezionati tra un numero limitato di avvocati di pochissimi studi legali internazionali. Nel caso di specie, leggiamo che hanno tutti votato a favore dell'istanza dei petrolieri.
Spesso, secondo le critiche sollevate da tanti network internazionali di associazioni che lottano contro i cambiamenti climatici, gli arbitri si scambiano di ruolo, a volte difendendo gli stati a volte le multinazionali.
A livello internazionale c'è un enorme dibattito su questo trattato che molti sostengono rallentare gli sforzi per uscire dalle fossili perché i paesi hanno paura di dover pagare i petrolieri. In realtà sembra tanto un gioco delle parti, con arbitrati fatti lontano dall'opinione pubblica senza passare per i tribunali nazionali (dove Rockhopper guarda caso aveva perso). Solo in un paese ormai provinciale come l'Italia questo dibattito non si è sviluppato e già prevediamo i soliti peana di politici ed esperti dell'ultimo secondo.
Per dire la TV pubblica tedesca due anni fa era venuta ad intervistarci per la nostra esperienza nella lotta su Ombrina perché il loro governo era stato fatto oggetto di una richiesta danni per miliardi un'azienda energetica, come d'altro lato ha fatto la società tedesca RWE con il governo olandese per la decisione di quel paese di uscire dal carbone entro il 2030. Ci sono decine di cause in corso che vedono spesso soccombere negli arbitrati gli Stati.
Recentemente vi sono stati forti contrasti tra i paesi europei sull'atteggiamento da avere rispetto a riformulazioni dell'accordo. Infatti è diffusa la preoccupazione che varare leggi per contrastare la crisi climatica in atto potrebbe portare al paradosso di veder moltiplicare le cause da parte di petrolieri ed affini per decine di miliardi di euro.
Vi è un'unica strada da seguire, recedere da questo accordo e rifiutare questo gioco al massacro da parte delle multinazionali fossili che pretendono ormai dagli Stati di vedersi garantiti i profitti sempre e comunque.
Per chi vuole approfondire:
https://caneurope.org/german-energy-rwe-energy-charter-treaty-claims-netherlands/
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2022-09-14 15:36:46
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