Ci sono articoli difficilissimi da scrivere, articoli che non si vorrebbe mai scrivere, in cui le mani sulla tastiera appaiono pesanti come piombo, parole che fluiscono come lame taglienti nel cuore.
Articoli che sai arriverà il giorno in cui si dovrà scriverli ma quando arriva il dolore, la rabbia, il cuore spezzato sono terribili. E il sentimento è sempre lo stesso, si rivive quanto già si è vissuto ogni volta che senti di aver perso un fratello, un compagno vero e autentico, una persona sincera e libera, profonda e maestro sulle strade polverose lontane da palazzi e cortili, lacché e lecchini, padrini e padroni.
Dopo una lunga malattia ha lasciato questo mondo Tusio De Iuliis, fondatore dell’associazione “Aiutiamoli a vivere”. Mentre le lacrime solcano il viso tornano alla memoria tantissimi ricordi, incontri, eventi, iniziative e anche belle chiacchierate da cui si usciva sempre orgogliosi e arricchiti dalla persona, dal combattente, dallo spirito libero, irriverente, anarchico che si aveva la fortuna di incontrare e con cui condividere indignazioni, rabbie, percorsi di vita.
Raccontare Tusio, il suo pluridecennale impegno per il pacifismo, l’internazionalismo, la solidarietà, la militanza di una vita intera è impossibile.
Come ha scritto il segretario nazionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo era «un vulcano in perenne eruzione che progettava e immaginava iniziative di ogni genere» a cui era «difficile starti dietro per quante ne facevi e ne ideavi». Difficile e, forse, impossibile.
Tusio c’era sempre, contro i giganti della Terra e i padrini della sua terra, contro ogni guerra nel mondo e contro ogni clientela e mafia nella nostra terra. Un impegno vero, concreto, intransigente, senza mai accettare compromessi interessati o accucciarsi a scuderie e squallide consorterie interessate.
Un impegno nato negli anni Settanta e proseguito fin quando la salute lo ha permesso. Iniziative straordinarie, eroiche sotto certi aspetti, che solo uno come lui poteva pensare. E che poi realizzava. Tusio riuscì a portare da Pescara a Baghdad, mentre la guerra infuriava, due tonnellate di libri.
Si, oltre 200 kg di cultura, una libreria immensa. Nel 1995, quando il web non regalava le possibilità di oggi e i telefonini erano ancora più unici che rari, unì in una catena di Pace tutto l’Adriatico da Trieste a Lecce mentre la guerra insanguinava i Balcani. Ma non si fermò a quel giorno e da quella catena solidale e pacifista partì un’iniziativa solidale che realizzò tre missioni umanitarie.
Era, anzi è perché impossibile è pensarlo al passato, una persona dall’animo profondo ed amante della cultura. Attivista nel mondo senza mai dimenticare la sua terra. In cui fu promotore di tante iniziative, dal teatro al festival del cinema di guerra e d’impegno che realizzò per vari anni.
Nel 2010 portò qui in Abruzzo Mario Ciancarella, l’ex ufficiale dell’aeronautica militare radiato con firma falsa di Pertini dopo che iniziò a cercare la verità sulla strage di Ustica. Una vicenda scomoda, “dimenticata” da tanti, troppi. Su cui quasi tutti in questi decenni hanno girato la testa dall’altra parte, si sono lavati le mani, si sono accucciati su scranni e troni, potentati e pre-potentati. Una vicenda che su queste pagine raccontiamo, e continueremo a raccontare e ricordare, sempre. La radiazione e l’isolamento di Mario Ciancarella, le morti di Alberto Dettori e Sandro Marcucci, i depistaggi e le trame di un Paese senza memoria e senza vergogna.
Le denunce e gli esposti della famiglia Dettori, la lotta giudiziaria di Mario e solo l’Associazione Antimafie Rita Atria – nel paese delle commemorazioni e dei mai più, dei proclami e delle anime belle che sembrano tutti novelli Pier Paolo Pasolini e novelli Peppino Impastato … a chiacchiere, a comodo e a comando – al loro fianco. In cui le persone libere, autentiche, con la schiena dritta, sincere sono state, sono e saranno sempre isolate, delegittimate, attaccate, disprezzate, emarginate. Persone come Tusio De Iuliis.
Piangiamo in queste ore un amico, un compagno, una persona dall'umanità e dalla generosità infinite. Carissimo Tusio, ti auguro di trovare la pace che mai hai trovato su questa terra perché troppo immerso nel percorrere i sentieri e batterti per la pace delle vittime, dei più deboli, degli impoveriti.
Ti piangiamo con i tantissimi e le tantissime con cui hai camminato e avevi nel cuore dalla Somalia all'Iraq, dalla Bielorussia ai Balcani, a Cuba e a tante altre latitudini. Ci lasci in un momento storico drammatico e non riesco a non vederlo come un segno, a vederla solo come una casualità.
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2022-10-05 18:43:44
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