«Ma era ancora il Capo di Cosa Nostra?» ha titolato il nostro direttore Paolo De Chiara nelle ore dell’arresto dell’ex latitante Matteo Messina Denaro. In quell’articolo venivano posti all’attenzione dei nostri lettori gli interrogativi suscitati da quanto stava accadendo, dalle dinamiche di Cosa nostra e sul Paese orrendamente sporco delle trattative, complicità, accondiscendenze nei confronti dei sistemi criminali mafiosi.
Stiamo approfondendo ogni possibile aspetto sull’arresto di Matteo Messina Denaro, sull’evoluzione delle mafie e su cosa può accadere con persone impegnate in prima linea contro le mafie. Interrogativi che abbiamo posto anche ad Antonio Ingroia, oggi avvocato e per decenni magistrato antimafia, presidente di Azione Civile – Democrazia Popolare e Sovrana.
In questa prima parte Ingroia ha chiarito il ruolo di Messina Denaro, il suo peso e la sua evoluzione dai tempi delle stragi al terzo millennio in cui sempre più le mafie sono diventate multinazionali, business, sono entrate nelle stanze del potere alleandosi a pezzi deviati dello Stato (il “Deep State”, lo “Stato profondo”), massoneria e imprenditoria.
DOMANI LA SECONDA PARTE DELL’INTERVISTA ALL’EX MAGISTRATO ANTIMAFIA.
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