Da qualche giorno conosciamo le date che darannno la possibilità al Molise, una delle Regiponi più piccole e inguaiate d'Italia, di cambiare la sua indegna classe dirigente.
L'attesa è spasmodica. Da una parte, quella partitita e movimentista, si stanno già organizzando le truppe cammellate, i sognatori del posto fisso e tutti coloro che attendono con ansia un posto in paradiso (visto lo stupendio mensile, la buonauscita e la pensione – senza contare tutti gli eventuali imbicci e imbrogli, che sono sempre dietro l'angolo per certa gentaglia).
Ovviamente non si tratta di fare di tutta una erba un fascio. Non fanno tutti schifo e questo lo sappiamo e lo ripetiamo. Ma gli innumerevoli esempi degli ultimi anni ci fanno propendere verso una situazione alquanto difficile e drammatica. Per gli elettori, per i cittadini. Loro (gli eletti), i cazzi propri, sono sempre bravi a tutelarli.
Le manovre partitiche, gli spostamenti, i cambi di casacca sono iniziati da tempo. Il posto fisso – al caldo e possibilmente con una macchina con autista – è la fissazione principale. Ognuno vuole poggiare il proprio culo flaccido su quelle calde e comode poltrone. Chi ha rappresentato una parte politica passerà nell'altra, chi ha fallito istituzionalmente continuerà ad aissare la bandiera della ipocrita incoerenza. Già qualcosa si sta registrando: dimissioni tattiche (con rumors legati all'impiego di parenti e comparielli), dichiarazioni scoppiettanti (senza senso logico), spostamenti strategici di chi non viene mai nominato (il Manzoni ha appreso molto dal Molise) ma tiene in mano l'ago della bilancia.
Tutto a vantaggio di una politica con la "p" minuscola che ha solo danneggiato questo territorio: dalla sanità alle infrastrutture, dalla fuga dei giovani al basso livello politico e culturale.
Ascoltateli, analizzate i loro discorsi. Emettono suoni inutili e sgradevoli. Scorreggiano in continuazione. Questi ventriloqui da quattro soldi, però, sono sempre stati scelti dai cittadini.
Il lamento e la mancanza di dignità.
Sull'altro versante ci sono gli elettori. Abbiamo già accennato agli eletti (con un breve passaggio, ci sarà tempo per continuare a ragguagliare i nostri lettori. Anche se in passato non sono mancati i nostri avvertimenti). La colpa di questo sfascio è addebitabile non solo a chi ha gestito la cosa pubblica in maniera squallida. Le responsabilità sono da assoggettare anche a una popolazione che, oltre a lamentarsi, non è mai riuscita ad incidere. I cittadini molisani non si sono mai ribellati, non hanno mai preteso chiarezza. Non hanno mai compiuto delle scelte degne per le Istituzioni. E lo sfascio è davanti agli occhi di tutti.
Siamo stati sGovernati dai peggiori e sempre i peggiori sono stati scelti per sGovernare.
Forse il sadismo fa parte della cultura di questa terra. Ora, dopo tanti danni registrati e acclarati, cari molisani continuate a votare perchè qualcuno vi continua ad offrire qualcosa in cambio.
«Ma chi dobbiamo votare. Io non ci vado proprio. Facessero quello che vogliono». Questo è il ritornello degli ultimi anni. Il leitmotiv scangherato e senza senso. E' vero, l'alternativa è scadente. Non basta ridurre il proprio emolumento e sventagliare l'assegno per dimostrare la propria onestà. Il Molise ha bisogno di gente competente. E per selezionare una classe dirigente degna di questo nome è necesario votare. "Il peggior analfabeta è l'analfabeta politico" scriveva Brecht.
E per la scelta?
Se non ci sono valide alternative è necessario mettersi in gioco mettendoci la faccia. La mani pulite non si devono tenere in tasca. E' terminato il tempo di delegare ad altri le responsabilità.
Per cacciare i mercanti del tempio bisogna dare il buon esempio.
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2023-03-11 16:23:51
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