“Un bel tacer mai scritto fu” esclamò Ericlea, la nutrice di Ulisse, nel quinto atto dell’opera lirica “Il ritorno di Ulisse” nel 1641. Son passati 380 anni esatti ma son parole di oggi. Tacere è una delle più subdole, ipocrite e vigliacche complicità all’arroganza, alla violenza, alla prepotenza, del Potere.
Tacere appare comodo, facile, basta girarsi dall’altra parte. C’è chi sopravvive e pullulula con il torcicollo dell’omertà, dell’accucciarsi, dei silenzi complici e conniventi. Acquari nei quali ci sono silenzi che gridano e raccontano più di milioni di parole.
La vicenda del rapimento di Emanuela Orlandi, quarant’anni fa esatti, è una plastica dimostrazione. Silenzi, non opere e omissioni e in altri casi alte grida scatenate. Narrazioni, l’abbiamo visto in azione in questi mesi, a raccontarci dettagli depistanti o di ben poco peso reale e silenzi improvvisi su altri aspetti, concreti se non addirittura inquietanti e pericolosi.
Mesi fa dopo una partecipazione di Pietro Orlandi ad una puntata della trasmissione DiMartedì su La7 si sono scatenate dalla Polonia al Vaticano torrenti di dichiarazioni contro Pietro, strumentalizzando e mal interpretando (anche se non soprattutto in mala fede) una sua frase. Ancora oggi sui social continuano a comparire dichiarazioni e post in cui si continua a ripetere a pappagallo ciò che non appartiene al mondo. Nel momento in cui uscì la notizia della lettera minatoria inviata a Pietro Orlandi di tutto questo torrente abbiamo visto men ruscelli.
Nei giorni scorsi, reso noto da Alessandro Ambrosini sul blog “Notte Criminale” qui https://nottecriminaleblog.wordpress.com/2023/07/08/squarciate-le-gomme-dellauto-lescalation-intimidatoria-contro-pietro-orlandi/
è avvenuto un nuovo inquietante e pericolosissimo episodio: nottetempo sono state squarciate le gomme dell’auto di Pietro Orlandi. Il silenzio, un silenzio che forse persino la parola omertà è riduttiva, più totale è sceso praticamente quasi ovunque. Dei dietrologi da tastiera, dei finti indinnati a comando, delle paperelle di questi mesi, quanti si sono mossi? Praticamente nessuno.
«Tutto bello oggi a Roma: dagli striscioni in nome di Emanuela concessi per la prima volta a San Pietro alle parole di Papa Francesco. Siamo arrivati alla fine di questo lungo quarantennale, partito mesi fa. Ed ora? Ci si accontenta di questo? Ci si dimentica di cosa è successo in questi ultimi tempi. Attenzione, la partita bisogna aprirla ora che le luci si spegneranno poco a poco. Sembra tutto bello oggi, ma è solo una piacevole parentesi. L'abbellimento di una tragedia. A testa bassa e con le antenne alte». Così Alessandro Ambrosini in un post su facebook ha descritto il recente sit in a Roma e quel che ora è necessario fare. Il silenzio totale o quasi su quanto avvenuto nei giorni scorsi impone di non tacere, di denunciare, di tenere le antenne sempre più alte e non lasciare spegnersi le luci.
«La notte tra il 5 e il 6 Luglio, a Borgo Santo Spirito, una parallela di Via della Conciliazione, la monovolume di Pietro Orlandi ha subito lo squarcio di tutte e quattro le gomme. L’unica macchina a essere vandalizzata tra le tante presenti. Non intralciava, non era parcheggiata selvaggiamente. Era anonimamente posta a bordo strada. La mattina, scoperta quello che possiamo tranquillamente definire un’intimidazione o una minaccia, il fratello di Emanuela Orlandi ha denunciato il fatto al commissariato di Piazza Cavour che ha aperto subito le indagini su un fatto da non sottovalutare».
Questa la cronaca di questo nuovo atto contro Pietro Orlandi riportato da Ambrosini. «In quarant’anni d’indagini e ricerche sul rapimento della sorella, Pietro Orlandi e la sua famiglia, hanno ricevuto in molteplici forme, minacce e intimidazioni di vario genere – prosegue l’articolo su “Notte Criminale” – Tramite telefonate e lettere anonime (ultima quella recapitata alla casa della madre nel mese di Aprile), odiatori seriali, fanatici e mistificatori si sono prodigati a rendere ancora meno sopportabile il dolore della famiglia e di Pietro, vero schermo accentratore di ogni attacco. Sempre con parole, offensive e denigratorie, ma sempre con parole. Mai con fatti così concretamente violenti».
E' evidente che quanto accaduto non è casualità e che Pietro Orlandi sia stato pedinato e monitorate le sue abitudini e ci sono diversi dettagli (altre auto lasciate intatte, nessun segno sulla carrozzeria per esempio), sottolinea sempre Ambrosini, non è un gesto d’impeto ed è stato preparato nei dettagli.
«Il fatto ci parla di un’escalation in quello che si può tradurre come una forma di avvertimento. Un messaggio non lontano dallo stile mafioso, visto più volte. Un messaggio concreto, come una lettera con un proiettile. Infatti, il gesto di squarciare tutte le gomme dell’auto, racchiude indicazioni precise. Una vicinanza di chi compie l’atto, una preparazione specifica (poiché la zona è altamente provvista di telecamere a circuito chiuso) e un gesto brutale con l’uso di un’arma bianca – sottolinea Ambrosini – I motivi, per cui l’accanimento verso Pietro Orlandi ha preso una nuova forma, sono da cercare probabilmente nelle piste che sta seguendo con forte determinazione. E’, probabilmente, nella polemica tutta giornalistica.
Che ha voluto mettere in bocca a chi cerca da quarant’anni la sorella, le parole di Marcello Neroni, l’ex sodale di Enrico De Pedis sul coinvolgimento di Giovanni Paolo II nel più intricato mistero italiano. E’, probabilmente, nell’azione senza tregua che Pietro, e il suo avvocato Laura Sgrò, hanno svolto negli anni. Tanto da far aprire un’inchiesta dal Vaticano, da riaprirla alla Procura di Roma e da istituire una commissione d’inchiesta parlamentare».
Ambrosini conclude l’articolo di denuncia sul blog “Notte Criminale” sottolineando che quest’avvertimento non sortirà nessun effetto e che Pietro Orlandi proseguirà con determinazione come ha sempre fatto in questi quarant’anni.
«Non stiamo parlando di una persona qualsiasi. Stiamo parlando di chi ha convissuto con ogni forma di pressione possibile: dagli intrighi internazionali giocati sulla pelle di Emanuela, e di tutti i suoi familiari, ai deliri di Alì Agca, alle creazioni a orologeria di un prodotto da laboratorio come Marco Accetti, ai depistaggi di servizi segreti “non deviati ma interessati”. Fino ai burattinai senza nome che, nell’ombra, alzano telefoni, accendono o fermano rotative di giornale» riassume tanti fatti di questi mesi e di questi lustri Ambrosini che conclude l’articolo sottolineando «non è un gioco, questo è il messaggio di chi ha fatto questo gioco al rialzo. Non è un gioco neanche per Pietro Orlandi, che risponderà sempre colpo su colpo a queste minacce. Da qualsiasi parte vengano».
I NOSTRI PRECEDENTI ARTICOLI
Il silenzio li ha resi complici, la verità la conoscono e devono solo raccontarla
Il silenzio li ha resi complici, il video
https://www.wordnews.it/il-silenzio-li-ha-resi-complici-il-video
Vatican shock: le radici oscure del caso Orlandi
Da “Vatican Girl” alla coraggiosa pubblicazione di Alessandro Ambrosini, Emanuela Orlandi e il filo che dalla Banda della Magliana giunge al cuore della pedocupola.
https://www.wordnews.it/vatican-shock-le-radici-oscure-del-caso-orlandi
«Sudditanza psicologica dello Stato italiano nei confronti del potere vaticano»
A Di Martedì Pietro Orlandi ha denunciato: «c’è stata una vera e propria corruzione» con la proposta di uno scambio dal Vaticano alla magistratura italiana pretendendo che la Procura di Roma imbastisse una storia che togliesse ogni responsabilità al Vaticano stesso.
Emanuela Orlandi, quarant’anni di omissioni e silenzi. Ora basta!!
https://www.wordnews.it/emanuela-orlandi-quarantanni-di-omissioni-e-silenzi-ora-basta
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2023-07-11 10:04:22
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