Nei giorni scorsi, e anche oggi, abbiamo ampiamente (continueremo a farlo anche nei prossimi giorni) dato spazio alla questione dei “manifesti” funebri, affissi in occasione del funerale dell’ergastolano Rosario Curcio, il massacratore di Lea Garofalo.
Condannato, con sentenza definitiva insieme ai suoi amici ‘ndranghetisti, per la morte di Lea Garofalo, avvenuta a San Fruttuoso nel novembre del 2009.
Siamo stati i primi ad ascoltare il punto di vista del sindaco di Petilia Policastro Simone Saporito, abbiamo continuato, con i nostri articoli, ad approfondire questa vicenda desolante, dando spazio alle opinioni di tutti coloro che hanno preso posizione.
– OMICIDIO LEA GAROFALO: i «festosi» funerali per l’ergastolano Curcio
Domani, ad esempio, in esclusiva, pubblicheremo l’intervista all’On. Angela Napoli, già componente della Commissione parlamentare Antimafia. Una donna calabrese (minacciata di morte dalla schifosa ‘ndrangheta) che non ha mai avuto paura nè di esporre il proprio punto di vista nè di fare il proprio dovere. Tra le tante azioni politiche ricordiamo le sue interrogazioni ed interpellanze proprio sulla fimmina calabrese. In un periodo in cui si parlava di scomparsa di Lea Garofalo.
– OMICIDIO LEA GAROFALO: i «festosi» funerali per l’ergastolano Curcio
– OMICIDIO LEA GAROFALO, si è impiccato in carcere a Opera l’ergastolano Rosario Curcio
Nei nostri articoli abbiamo parlato del manifesto di vicinanza per il “congiunto” dove si legge il nome del sindaco di Petilia e dell’Amministrazione comunale. Ma abbiamo, in continuazione, posto un interrogativo.
Il 29 giugno scorso il massacratore Rosario Curcio si impicca nella sua cella nel Carcere di Opera. Dopo poche ore muore in terapia intensiva. L’uomo che ha tolto la vita ad una donna, insieme ai suoi compari ‘ndranghetisti, si toglie la vita.
Si è trattato di “suicidio”?
Martedì 11 luglio 2023, oltre ai manifesti funebri affissi per le strade di Petilia (ancora sono in bella mostra), viene organizzato il “festoso” funerale.
Palloncini bianchi, bara roteante, applausi, fiori bianchi, pianti dannati, lacrime, video, fotografie. E presenze “particolari”. Tra la cittadinanza presente ci sono anche i rappresentanti delle istituzioni del posto?
– OMICIDIO LEA GAROFALO: i «festosi» funerali per l’ergastolano Curcio
Ecco il VIDEO, un frammento pubblicato sul social TikTok (abbiamo lasciato la colonna sonora originale), che vi proponiamo. Ognuno può trarre, ovviamente, le proprie conclusioni. Noi siamo abituati a fare le domande.
E’ normale vedere queste scene?
Dove è finita la dignità per i presenti?
E’ stato opportuno celebrare i funerali in Chiesa?
Perchè il funerale di un assassino, di un ergastolano, del massacratore di Lea Garofalo, si è svolto svolto in quel modo? Con quelle modalità? Esiste un disegno? Un messaggio preciso?
Ma, una volta, questi funerali non si celebravano la mattina presto in forma privata?
Ma chi ha autorizzato e non ha controllato il “festoso” funerale per il killer che ha partecipato alla distruzione del corpo di Lea Garofalo, la fimmina calabrese massacrata nel novembre del 2009?
Di chi sono le responsabilità?
Dobbiamo addossare tutta la responsabilità all’amministrazione comunale di Petilia Policastro o ci sono responsabilità che toccano anche Istituzioni più alte?
In un Paese serio si dovrebbero dimettere anche i rappresentanti dello Stato presenti sul quel territorio che, in questa storiaccia, non hanno fatto il proprio dovere.
Per adesso inseriamo due nuovi dati: domani ci sarà un incontro presso la Prefettura di Crotone (è stato convocato il Sindaco?) e, da quello che abbiamo appreso da poche ore, sono arrivate delle minacce ad un collega del posto. “Ho già avvertito le forze dell’ordine”, che, aggiungiamo noi, faranno sicuramente un lavoro eccezionale per tutelare il giornalista e per capire cosa è successo in quelle ore davanti quella Chiesa nella frazione di Camellino (Petilia Policastro).
Resta un dato certo: Lea Garofalo è stata uccisa per la seconda volta.
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OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre “moribonda”. La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l’avvocato Guarnera: «Hanno preparato l’ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».
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2023-07-16 21:34:55
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