Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo morto in via d’Amelio il 19 luglio 1992, interviene dal palco montato in occasione del ricordo della strage. Inizia ringraziando tutti i presenti e dice che
“aspettavo con ansia i ragazzi- del corteo organizzato “Basta Stato-Mafia”- qui in via d’Amelio perché si cancellasse quel vergognoso episodio avvenuto il 23 maggio in vicinanza dell’albero Falcone dove questi stessi giovani, questi stessi ragazzi, queste stesse persone, questi stessi operai sono stati fermati prima che potessero andare, come desideravano e come tutti hanno il diritto di fare, di andare a manifestare la loro vicinanza vicino a quell’albero che rappresenta e che ricorda la strage di Capaci. Qualcuno non ha voluto che venissero disturbate le personalità che avevano l’accesso in quel palco e quindi sono state fermate queste persone.
Qui, in via d’Amelio, su questo palco state tranquilli che quelle persone non le troverete mai e voi siete sicuramente i benvenuti.”
Continua parlando del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni:
“Il presidente del consiglio Meloni ha detto che non verrà in via d’Amelio perché teme le contestazioni. Il presidente del consiglio Meloni, se fosse venuta in via d’Amelio, avrei voluto dirgli che noi qui contestazioni non ne facciamo, qui non ci sono manganellate, qui non c’è violenza non c’è stata mai. Questo ulivo è un luogo sacro e che noi non sporcheremo mai con nessun tipo di contestazioni.
Alla presidente del consiglio Meloni avrei semplicemente chiesto, se ci fosse stata la possibilità di farlo, come concilia a parole l’impegno antimafia, il fatto che abbia fatto politica proprio per seguire gli ideali di Paolo Borsellino.
Come concilia questo con le esternazioni del Ministro Nordio, fatte come al solito proprio in occasione di queste giornate di memoria. Come concilia le esternazioni del suo Ministro Nordio che ha scelto proprio questi giorni per manifestare il suo intento di smantellare letteralmente quella che è la legislazione antimafia voluta da Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, quello stesso concorso esterno in associazione mafioso su cui si sono retti tanti processi per combattere la mafia.
La mafia vera è lo Stato-Mafia. Il presidente Meloni ha avuto paura di venire qui in via d’Amelio avendo paura di contestazioni. Noi contestazioni violente qui non ne abbiamo mai fatto. Noi, al massimo, le manganellate le abbiamo prese ma non le abbiamo mai date. Il nostro dissenso lo manifestiamo semplicemente alzando l’agenda rossa che è simbolo e pretesa nella richiesta di verità e giustizia e voltando le spalle. Se hanno paura di queste cose è meglio che si stiano a casa loro e che in questa via d’Amelio non si facciano neanche vedere.
Noi combattiamo lo Stato-Mafia, quella è la vera forza della mafia. Quella mafia che ha dovuto uccidere mio fratello per prendere il potere in questo nostro disgraziato Paese.
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L’INTERVISTA a Salvatore Borsellino
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SECONDA PARTE. «Chi ha ucciso Paolo Borsellino è chi ha prelevato l’Agenda Rossa»
TERZA PARTE. Borsellino «L’Agenda Rossa è stata nascosta. E’ diventata arma di ricatto»
L’INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO
Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»
Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»
Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»
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