«Già sta sciacallando abbastanza… ciao». Queste le uniche parole, prima di chiuderci il telefono in faccia, del vice-sindaco di Petilia Policastro, Carmelo Garofalo, alla nostra telefonata. E perchè questa risposta così netta, così dura?
Ma cosa significa il termine "sciacallo"? Ecco cosa abbiamo trovato nel vocabolario: «Nome di tre specie di mammiferi carnivori canidi del genere Canis, simili al lupo…». Non crediamo sia questo il significato reale, secondo il vice-sindaco. Vediamo le altre espressioni trovate: «Persona che approfitta delle altrui sventure per rubare…». Noi non abbiamo rubato nulla e, quindi, nemmeno questo significato ci appartiene. «Anche chi, nei sequestri di persona, si inserisce con false promesse nelle trattative per trarne profitto…». Anche in questo caso bisogna escludere il nostro coinvolgimento. Ma ecco l'ultima ipotesi: «Persona avida, profittatrice».
Poco caro vicesindaco di Petilia Policastro ha sbagliato, probabilmente, il termine. Noi facciamo soltanto il nostro mestiere, i giornalisti. Dobbiamo spiegare anche questo termine? L'informazione va avanti per la sua strada, non ha "amici", ha un solo compito (un solo dovere): informare senza nascondere nulla. E noi stiamo informando, e continueremo a farlo, senza filtri.
Volevamo solo sapere se anche il vice- sindaco di Petilia Policastro (il Comune che ha – attraverso un manifesto funebre – inviato pubblicamente la propria vicinanza alla famiglia del defunto (dicono per suicidio) Rosario Curcio, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Lea Garofalo) fosse stato presente fisicamente al funerale dell'ergastolano 'ndranghetista Rosario Curcio.
Abbiamo già ampiamente affrontato il "caso" dell'assessora Maria Berardi, presente fisicamente ai funerali dell'assassino Curcio. La donna delle istituzioni – qualche giorno fa abbiamo pubblicato dei post in sua difesa e contro chi, nei giorni scorsi, ha fatto il proprio dovere informando la collettività – si è dimessa, anche se a scoppio ritardato.
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Secondo alcuni non è stata l'unica ad essere presente alla "festosa" cerimonia funebre. Molti hanno anche indicato la presenza di un componente della maggioranza e una componente dell'opposizione. Insieme ai due consiglieri comunali, è stato indicato anche il vice-sindaco Carmelo Garofalo. Noi, per correttezza, ne volevamo parlare direttamente con lui.
Siamo stati definiti "sciacalli".
Questo è l'atteggiamento di un uomo delle Istituzioni? Non è doverosa una spiegazione dopo una semplice domanda? Lo stesso linguaggio lo abbiamo riscontrato in un post pubblicato sui social: «…continuate a vivere di ipocrisia, lecchinaggi, omertà e tanto altro…».
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Noi continueremo a fare domande, anche se nessuno sente l'esigenza di argomentare. Raccogliamo e riceviamo soltanto "belle ed educate paroline". Cosa sta dando più fastidio? In questa brutta storia molti personaggi avrebbero dovuto cospargersi il capo di cenere, chiedere umilmente scusa e uscire di scena.
Si chiama Democrazia, questa sconosciuta. Se voi, testardamente, continuate a rimanere in carica dovete dare conto alla collettività. E all'informazione, il cane da guardia del potere. Probabilmente, in certi territori, sono abituati agli "scendiletto", ai cani da riporto. L'assunzione di responsabilità è fondamentale in politica, soprattutto da parte di chi amministra la res publica. Questo concetto non sembra essere tanto chiaro.
Era presente o non era presente al funerale di un mafioso il vice-sindaco di Petilia Policastro?
Possiamo o non possiamo fare questa domanda?
"L'hanno visto parcheggiare la propria macchina. E' stato visto anche dai carabinieri presenti". Noi riportiamo la testimonianza di una persona del posto. E chiediamo, anche se indirettamente, al vice- sindaco di rispondere a questo quesito. La questione è di fondamentale importanza. L'assessora immortalata nei video ha deciso, dopo una lunga riflessione, di fare un passo indietro. Si è dimessa con una lettera inviata al Sindaco. Se dovesse essere confermata questa seconda presenza istituzionale come si dovrebbe comportare il vice-sindaco? E il Sindaco di Petilia è a conoscenza di questa partecipazione?
E i due consiglieri comunali indicati dalla nostra fonte? Se fosse reale anche il loro intervento al funerale dovrebbero dimettersi?
Ma scusate, anche se non rispondete più alle nostre telefonate, non sarebbe il caso di fare una profonda riflessione? Sin da subito – con la comparsa dei manifesti funebri – gli eletti avrebbero dovuto assumersi le proprie responsabilità. Hanno usato la pezza peggiore del buco (una voragine). Aggravando la loro posizione. In più di dieci giorni, dal 29 giugno scorso (giorno della morte dell'assassino Curcio) all'11 di luglio (giorno del funerale del massacratore di Lea Garofalo) non sono stati in grado di bloccare la stampa e la diffusione del manifesto. Nessuno ha ordinato, dopo la cazzata, di rimuovere i manifesti che son rimasti in bella mostra per altri giorni.
Tutto questo è normale? E noi siamo gli "sciacalli"?
«Intanto, se fosse vera la telefonata da lui fatta a quello che ha stampato i manifesti alla risposta il manifesto, io Sindaco, sarei uscita immediatamente da casa e l'avrei strappati tutti con le mie stesse mani. Poi trovo assolutamente anomalo il fatto che ci sia questa specie di appalto, non so come chiamarlo, definito dal sindaco per tutti, per qualsiasi lutto. Un appalto che, intanto, mi piacerebbe conoscere la ditta aggiudicataria di questo appalto e, nello stesso tempo, mi piacerebbe sapere se questo appalto è stato affidato in maniera ufficiale e se all'interno dell'affidamento dell'appalto non ci siano clausole di alcun genere. In un paese come Petilia Policastro non si può affidare un appalto sapendo che è un paese, per carità pieno di gente per bene, ma anche pieno di tanti criminali. Allora che non mi si venga a dire che il sindaco, affidando questo appalto non abbia almeno messo la clausola di non fare manifesti di alcun genere nel caso in cui la persona deceduta fosse un criminale.» On. Angela Napoli, già componente della commissione parlamentare Antimafia, WordNews.it, 17 luglio 2023
Anche l'Onorevole calabrese Angela Napoli, già componente della commissione parlamentare Antimafia è una "sciacalla"?
Ma, poi, "sciacalli" per cosa. Dovevamo far finta di nulla? Non dovevamo informare dei vostri manifesti? Non dovevamo raccontare del "festoso" funerale? Dovevamo girare la testa dall'altra parte dopo aver visto un assessore comunale al funerale di un mafioso? Voi siete abituati così? Noi, no. Non siamo abituati a mettere la testa sotto la sabbia, come gli strunzi.
Come si fa, poi, da una parte a ricordare la figura di Lea Garofalo (ci teniamo a precisare, per l'ennesima volta, che la prima edizione del Premio Nazionale dedicato alla fimmina che sfidò la 'ndrangheta non è stata organizzata dal Comune di Petilia Policastro ma da Dioghenes APS) e poi, dall'altra, ad "omaggiare" uno degli assassini della donna?
Noi siamo gli "sciacalli"?
Ovviamente a Petilia e nelle sue frazioni non sono tutti così. Stiamo ricevendo diversi messaggi di solidarietà. Non facciamo i nomi perchè la gente ha paura. Ma di cosa? Rispettiamo il volere di coloro che ci hanno contattati e riportiamo un messaggio tra i tanti:
"Volevo ringraziarti per il coraggio che stai mettendo per questa brutta storia di Petilia. Ti seguo sempre, da ormai 10 anni. Purtroppo non posso espormi ma vorrei tanto parlarti di tante cose ma mi limito a dirti GRAZIE… e non mollare… aiutarci a fare luce e sradicare questa cultura deviata nei giovani facendo questa rivoluzione di informazioni mai vista prima".
Noi non vogliamo fare la rivoluzione. Il nostro intento è informare, attraverso le domande. Queste sconosciute e, per molti, fastidiose frasette. E, a quelle già formulate e continuamente proposte, aggiungiamo il nuovo quesito relativo alla presunta presenza al funerale del vice-sindaco.
Una curiosità: siamo solo noi gli "sciacalli" o devono essere annoverati in questo elenco anche tutti coloro che abbiamo intervistato (continueremo a farlo) e hanno preso una netta posizione?
Elenchiamo tutte le nostre interviste:
- Funerali del mafioso Curcio. Per Gennaro Ciliberto: «Un segnale di potenza»
- Funerale “festoso” per il killer, parla Piera Aiello: «Vergognatevi e andatevene a casa»
- Manifesti funebri per il massacratore di Lea Garofalo. Parla Angela Napoli: «Sono indignata»
- Il VIDEO del funerale di Curcio, l'ergastolano, condannato per la distruzione del cadavere di Lea
Sono tutti "sciacalli"? Ma se noi siamo gli "sciacalli" i vari Curcio (intesi come mafiosi) come sono da voi definiti?
In questa triste storia non avete mai nominato la vera vittima: Lea Garofalo. Se qualcuno lo ha fatto è stato solo per elencare il sedicente impegno sul fronte anti 'ndrangheta.
Ecco le nostre domande (anche se i nostri interlocutori se ne stracatafottono di rispondere):
– Chi ha autorizzato e non ha controllato il "festoso" funerale?
– Perchè nessuno, ancora oggi, si assume le proprie responsabilità dopo un messaggio devastante che è passato su quel territorio?
– Bastano le dimissioni della ex assessora che ha partecipato al "festoso" funerale?
– Al "festoso" funerale era presente anche il vice-sindaco di Petilia Policastro Carmelo Garofalo?
– Al "festoso" funerale erano presenti anche due consiglieri comunali, uno della maggiornaza e una dell'opposizione?
- Curcio, il protagonista di tutto questo "circo" dell'antimafia, si è suicidato, come sostiene la versione ufficiale, o è stato indotto al suicidio?
- E se Curcio (ergastolano 'ndranghetista) non si fosse suicidato?
Tra poche ore pubblicheremo l'INTERROGAZIONE PARLAMENTARE rivolta al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell'Interno presentata dalla componente della commissione Antimafia, On. Stefania Ascari.
La storiaccia non finirà, certo, con un consiglio comunale.
«Con quel messaggio di vicinanza le istituzioni hanno, in realtà, espresso un segnale di positività, di deresponsabilizzazione, di quasi normalizzazione verso chi ha le mani sporche di sangue e verso chi, appunto, ha ucciso». Queste le parole utilizzate dall'On. Ascari nell'intervista realizzata da WordNews.it lo scorso 20 luglio.
IL VIDEO DEL FUNERALE DEL MAFIOSO ROSARIO CURCIO
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OMICIDIO LEA GAROFALO. Il suo assassino è ritornato per quattro ore in paese, a Pagliarelle (Crotone). Ufficialmente per fare visita a sua madre "moribonda". La donna, Piera Bongera, solo qualche giorno prima è stata vista arzilla e serena in un supermercato. Cosa hanno in mente questi criminali? Perchè sul territorio è rientrato anche il cugino Vito Cosco, implicato nella strage di Rozzano? Per l'avvocato Guarnera: «Hanno preparato l'ambiente per dare un segnale allo stesso ambiente».
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2023-07-30 16:09:08
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