A poco valgono i richiami di Papa Francesco ai doveri di fratellanza e solidarietà con gli esseri umani più disperati, con gli ultimi della Terra. Si alzano muri e si progettano difese per respingere quanti hanno già perso tutto.
L'egoismo da dimensione individuale diventa cultura collettiva e forma della politica.
Nessun governante si pone il problema delle disuguaglianze sociali, sempre più grave a livello planetario. Alla crescente povertà economica si aggiungono altre povertà: di valori, d'identità, di cultura.
Nessun governante s'interroga sulle cause e responsabilità di tale fenomeno, quasi fosse frutto della sfortuna o del caso. Una prima e seria risposta la diede nel 1967 l'enciclica "Populorum Progressio" del Papa Paolo VI.
Ne riporto alcuni brani.
"Oggi, il fatto di maggior rilievo, del quale ognuno deve prendere coscienza, è che la questione sociale ha acquistato dimensione mondiale.
I popoli ricchi godono di una crescita rapida mentre lento è il ritmo di sviluppo di quelli poveri.
Aumenta lo squilibrio: certuni producono in eccedenza beni alimentari, di cui altri soffrono atrocemente la mancanza; e questi ultimi vedono rese incerte le loro esportazioni.
A ciò si aggiunge lo scandalo di disuguaglianze clamorose, non solo nel godimento dei beni ma più ancora nell'esercizio del potere.
Mentre un'oligarchia gode, in certe regioni, di una civiltà raffinata, il resto della popolazione, povera e dispersa, è privata pressoché di ogni possibilità di iniziativa personale e di responsabilità, e spesso anche costretta in condizioni di vita e di lavoro indegne della persona umana".
"Su queste condizioni nuove si è, malauguratamente, instaurato un sistema che considera il profitto come motore essenziale del progresso economico, la concorrenza come legge suprema, la proprietà privata dei mezzi di produzione come un diritto assoluto, senza limiti né obblighi sociali corrispondenti.
Tale liberalismo senza freno conduce alla dittatura dell'imperialismo internazionale del denaro.
Non si condanneranno mai abbastanza simili abusi, ricordando ancora una volta solennemente che l'economia è al servizio dell'uomo".
Non ha parlato Karl Marx, ma un Papa.
E, dopo di lui, altri Papi sulla stessa linea. È la linea del Vangelo. Lo rileggano quanti ostentano i simboli del cristianesimo e si rifanno alle "radici cristiane". Occorre aggiungere altro?
Solo una invocazione: fuori i pagani e i farisei dal Tempio!
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2023-09-26 16:03:33
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