“Mio padre è un uomo che purtroppo ha avuto la sfortuna di nascere in un contesto sbagliato, in una Sicilia degli anni ’50 dove soprattutto noi siciliani sappiamo bene come si viveva in quei contesti criminali di mafia.
Questa purtroppo è la verità che non si può nascondere e non potrò mai negare. La cosa che soprattutto ha appesantito la sua posizione è un matrimonio avvenuto nella sua famiglia con il famoso, non per dargli una nota positiva, Francesco Madonia, quindi il padre di “Piddu” Madonia.
Questo matrimonio fa sì che, praticamente, mio padre cresca in realtà, come fratelli, con Piddu Madonia, perché appunto sua madre era la sorella di mio nonno.”
– racconta così Luana Ilardo l’infanzia di suo padre cresciuto fin da piccolo in ambienti malavitosi.
La storia di Luigi Ilardo è una storia abbastanza particolare:
inizia tutto circa 6 mesi prima la sua scarcerazione, nel 1993, quando decide di “passare dall’altro lato”. Una volta uscito dal carcere è normale il suo rientro negli ambienti mafiosi e diventa un informatore dei carabinieri, affidatosi completamente al colonnello Riccio. Da lì fa diverse rivelazioni importanti, tra cui quando porta i carabinieri del Ros in un incontro con Bernardo Provenzano il 31 ottobre 1995 senza però completare l’operazione d’arresto, e verrà ucciso il 10 maggio 1996 dopo appena 8 giorni la decisione di diventare, formalmente, collaboratore di giustizia a seguito di un incontro avvenuto a Roma, nella sede del Ros, il 2 maggio precedente.
Di questo e molto altro abbiamo parlato e approfondito nell’intervista fatta con la rubrica “Informazione Antimafia” a Luana Ilardo.
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L’INTERVISTA al colonnello dei carabinieri Michele RICCIO
Prima parte: «Dietro alle bombe e alle stragi ci sono sempre gli stessi ambienti»
Seconda parte: Riccio: «Mi ero già attrezzato per prendere Bernardo Provenzano»
Terza parte: «Non hanno voluto arrestare Provenzano»
Quarta parte: Riccio: «L’ordine per ammazzare Ilardo è partito dallo Stato»