E se diventi farfalla nessuno più pensa a ciò che è stato quando strisciavi per terra e non volevi le ali.”
Alda Merini
Sempre più spesso il nostro linguaggio quotidiano, divenuto ormai una sorta di slang nazionale dove le parole seguono un flusso quasi divinatorio (e sì, perché una buona parte della nuova generazione, altrimenti detta Generazione Z, non conosce la madrelingua), fa uso di termini inappropriati per esprimere concetti che facciano presa ed impressionino l’interlocutore.
Ma questo potrebbe indurre in errore chi la lingua italiana, per lo meno, la mastica un po'.
Non di rado accade che alcuni termini – che appartengono ad un lessico clinico/specialistico – vengono abitualmente adoperati inadeguatamente per sottolineare determinati comportamenti o atteggiamenti, o semplicemente perché sono gradevoli all’orecchio, senza curarsi troppo del danno che a volte, tali “frivolezze” potrebbero creare.
Chi, almeno una volta nella vita, non ha utilizzato un termine inadatto per descrivere qualcosa di anomalo nei confronti di qualcuno o qualcosa fuori dall’ordinario? Prendiamo ad esempio il termine "bipolare". È spesso usato nel linguaggio quotidiano in un modo che si distacca molto dal suo significato clinico e psicologico. La parola "bipolare" deriva dal latino, dove "bi-" significa "due" e "polus" significa "polo". Quindi, il vocabolo fa riferimento a qualcosa che ha due poli o due estremi opposti.
Questa espressione viene utilizzata prevalentemente in ambito medico e rimanda ad una patologia che interessa la mente, chiamata appunto disturbo bipolare, una condizione psichiatrica caratterizzata dalla presenza di due stati d'animo estremi: depressione e mania.
Ma nel linguaggio comune, è spesso utilizzato per descrivere qualcuno che mostra un cambiamento d'umore improvviso. Frasi come "ma sei bipolare?" vengono lanciate per etichettare atteggiamenti che, in genere, sono riscontrabili in chiunque. Il disturbo bipolare, tuttavia, non si limita a un semplice e repentino variare d'umore, ma è una condizione di salute mentale complessa e seria, che porta la persona a vivere oscillazioni insolite del tono dell’umore, caratterizzate da fasi depressive, maniacali o ipomaniacali e miste intervallati da periodi di remissione (Kraepelin, 1921).
L’incremento ed il potenziamento della conoscenza e della consapevolezza della salute mentale, rende necessario che termini come "bipolare", appartenenti appunto ad un glossario scientifico, vengano utilizzati in maniera accurata e nel rispetto di coloro i quali vivono con questa condizione, divenuta ormai abbastanza comune e che colpisce molte persone in tutto il mondo.
(L’organizzazione Mondiale della Sanità stima che quasi 60 milioni di persone vivono con il disturbo bipolare, rendendolo uno dei principali problemi di salute pubblica.)
Questi dati non implicano necessariamente un aumento dell’incidenza della patologia, ma una maggiore consapevolezza e, di conseguenza, un miglioramento nelle diagnosi della condizione.
Negli ultimi anni si è posta maggiore attenzione sul benessere, non soltanto fisico, ma anche mentale, riducendo lo stigma sociale associato a patologie psichiatriche come il disturbo bipolare.
(La pandemia di Covid-19 ha avuto un impatto significativo sulla salute mentale delle persone a livello globale, mettendo l'accento sull'importanza di fornire adeguati servizi a supporto.)
Tuttavia, esiste ancora una certa stigmatizzazione e pregiudizio, come la convinzione che persone con disturbo bipolare siano instabili o pericolose.
Quali sono le caratteristiche del disturbo bipolare? Il disturbo bipolare, chiamato in passato sindrome maniaco depressiva o depressione bipolare, è un disturbo dell’umore caratterizzato da anomali cambiamenti dell’umore, dell’energia e del livello di attività svolta nell’arco della giornata. Chi presenta questo disturbo manifesta, in modo alternato, episodi di eccitamento (elevazione del tono dell’umore) seguiti da episodi depressivi. Nel DSM-5 il capitolo specifico dei disturbi bipolari prevede diverse forme del disturbo tra cui: disturbo bipolare I, disturbo bipolare II, disturbo ciclotimico, disturbo bipolare indotto da farmaci, e altre categorie residuali per quei disturbi che non rispondono ai criteri delle diagnosi principali.
Per maggiori approfondimenti sulla patologia:
https://www.ospedalemarialuigia.it/disturbi-dell-umore/disturbo-bipolare-bipolarismo-dsm-v/
Ma di fatto cosa vuol dire essere bipolare? È ormai chiaro che le persone con disturbo bipolare vivono fasi alternate di mania, in cui sembrano pieni di energia ed euforia, seguite da periodi di depressione caratterizzati da tristezza profonda, mancanza di energia e interesse per la vita.
Questo ha un impatto notevole sulla vita dell’individuo, compreso il benessere emotivo, le opportunità lavorative e le relazioni.
Alcuni studi mostrano che il disturbo bipolare può essere gestito efficacemente con un trattamento combinato, che può includere psicoterapia, farmaci, stili di vita salutari, e l’appoggio e la comprensione da parte di amici, familiari e gruppi di supporto.
Altro aspetto importante nella cura del disturbo bipolare è la psicoeducazione. Il disturbo bipolare è infatti un disturbo cronico, che accompagna tutta la vita della persona. È fondamentale quindi per ogni paziente imparare a conoscere il proprio disturbo, per sapere quali strategie adottare, quando precocemente chiedere aiuto al proprio medico, quali sintomi monitorare per favorire il miglioramento della propria qualità di vita etc.
https://www.ospedalemarialuigia.it/disturbi-dell-umore/disturbo-bipolare-bipolarismo-dsm-v/
Nonostante questa condizione, si è in grado di condurre una vita piena e produttiva. Nell'ambito lavorativo, si ha la possibilità di sviluppare una grande resilienza e flessibilità che permettono di adattarsi alle varie situazioni con più facilità degli altri. In alcuni momenti, ci si potrebbe trovare ad aver bisogno di un supporto extra o di qualche adattamento.
Il disturbo bipolare è, dunque, un problema di salute mentale che colpisce milioni di persone. Una maggiore attenzione, comprensione ed empatia sono i passi giusti verso una società nella quale la salute mentale è vista esattamente per quello che è: una parte fondamentale e vitale della nostra salute generale.
…Così la mia bellezza si era inghirlandata di follia, ed ora ero Ofelia, perennemente innamorata del vuoto e del silenzio, Ofelia bella che amava e rifiutava Amleto”.
Alda Merini
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2023-10-27 16:20:33
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