Tre località, tre giornate: una semplice coincidenza il reiterarsi di questo numero?
Il tre è il numero della perfezione, fin dalla scuola pitagorica, in quanto sintesi del pari e del dispari.
Ma, cos’è la perfezione per Carlo Calcagni?
Perficere (da per + facio) vuol dire “compiere, completare, portare a termine”, “fare, effettuare, eseguire” con un valore intensivo, però, dato proprio dal prefisso “per” del verbo “facere”.
Ed è quello che Carlo fa ogni giorno: portare a termine un impegno assunto – nei confronti di Scuole, Enti, Istituzioni, Associazioni –, compiere il proprio dovere di uomo, di cittadino, di servitore dello Stato, pur senza indossare una uniforme ufficiale.
Per la sera di lunedì 23 ottobre ha detto “sì, presente!” per lo svolgimento di una iniziativa presso il Teatro Smeraldo, a cura dell’Amministrazione comunale e dell’Associazione Pro Loco di Valeggio sul Mincio, dal titolo “Vite Straordinarie”. Le tre storie ispiranti di Marco Bottardi, Carlo Calcagni e Luca Falcon hanno mostrato come l’impegno e la determinazione possano cambiare il mondo.
Sempre l’intera comunità civile è stata coinvolta in un altro evento molto partecipato e particolarmente apprezzato la sera di martedì 24 ottobre, presso il Municipio di Salò, nella splendida cornice della Sala dei Provveditori.
La Commissione Politiche Giovanili del Comune di Salò, presieduta dal dott. Andrea Olivari, ha proposto e organizzato, con il patrocinio del Comune di Salò, una conferenza aperta a tutta la cittadinanza con il Colonnello del Ruolo d’Onore dell’Esercito Italiano. La serata ha ottenuto il sostegno ed il patrocinio di numerose Associazioni ed Enti del territorio comunale, e non solo: il Circolo culturale di filatelia, numismatica e militaria di Salò, l’A.N.C. Nucleo Città di Salò-O.d.V., l’Associazione Nazionale Carabinieri Sezione Salò Gardone Riviera, l’Istituto del Nastro Azzurro Sezione di Salò, il Nucleo Paracadutisti Salò UNSI, l’Associazione Nazionale Volontari di Guerra Federazione di Brescia e il Museo Nazionale Storia Patria di Rezzato.
A Salò si è ripercorso un viaggio alla scoperta della profonda sofferta umanità di “un eroe dei tempi moderni”, un novello Sisifo, un modello di (r)esistenza e resilienza.
L’infaticabile impegno civile e sociale del Colonnello Calcagni, nella costruzione di una cultura democratica dell’onestà e della lealtà, correlata ad un’etica della responsabilità, ha dimostrato con grande forza ed efficacia comunicativa come si possa concretizzare l’augurio rivolto da don Luigi Ciotti a ciascuno di noi ad “essere eretici”: chi mette la propria libertà al servizio degli altri; chi impegna la propria libertà per chi ancora libero non è; chi non si accontenta dei saperi di seconda mano, chi studia, chi approfondisce, chi si mette in gioco in quello che fa; chi si ribella al sonno delle coscienze; chi non si rassegna alle ingiustizie.
Carlo Calcagni, infatti, è un esempio encomiabile per tutti coloro che non vogliono arrendersi, nonostante le traversie, gli impedimenti, le contrarietà, le burrasche nei mari tempestosi della vita.
Un suggestivo contributo video, foto, immagini, accanto alla lettura di passaggi significativi tratti dal suo libro autobiografico “Pedalando su un filo d’acciaio”, sono stati l’ordito del percorso, costellato del suo racconto-testimonianza, commenti e chiavi interpretative, in un armonico mosaico di variegate tessere, alla scoperta dell’identità di questo Uomo, soldato, atleta, sognatore.
Da una parte, gli incontri con il Colonnello Calcagni hanno interessato la comunità civile in generale; dall’altra, invece, destinataria speciale è stata la comunità scolastica in particolare: nella mattinata del 24 ottobre l’IPSAR “Luigi Carnacina” di Valeggio sul Mincio e in quella successiva del 25 ottobre il Liceo ginnasio statale “Daniele Manin” di Cremona.
“Gli insegnanti lavorano col futuro e il futuro è misterioso, a volte buio come le notti senza luna, ma chi crede nel futuro è capace di attendere che dietro quelle nuvole rispunti la luce, ed è quello di cui ha bisogno la scuola in questo momento”. Così scrive Dacia Maraini in “La scuola ci salverà”.
Ebbene, formare i nostri giovani quali cittadini consapevoli, attivi e responsabili è davvero compito preminente della Scuola, accanto alle Istituzioni e alla società civile tutta.
L’educazione è il primo e più prezioso investimento di una comunità aperta al futuro, come lo sono i giovani che vengono affidati alla scuola. I giovani, infatti, sono persone non indurite dagli egoismi, non corrotte o intossicate dalla sete di denaro e di potere, persone sensibili al sogno, all’utopia e a tutto ciò che trascende i confini di un “Io” sempre più facile preda dei demagoghi e degli spacciatori di illusioni. È proprio su di loro che vogliamo e dobbiamo investire.
Nella “società senza padri” dell’era postmoderna, laddove risulta molto difficile orientarsi, i nostri giovani cercano la guida di adulti, che siano testimoni credibili, affidabili e che sappiano ascoltare.
L’educazione è un sistema di scelte: la testimonianza è la forma più immediata dell’educazione ed è lo stile di chi, volendo incontrare e accogliere davvero l’altro e gli altri, si fa attento a sé stesso, si osserva e si controlla, si rende differente adattandosi al diverso con cui si rapporta, decide l’uso che vuol fare dell’unica vita di cui dispone e le tracce che vuole imprimere o lasciare in colui con il quale si relaziona.
Educare è testimoniare, con coerenza e con coraggiose scelte di vita, soprattutto quando il dolore, che rafforza, forma il carattere e fa crescere anche migliori, viene accolto con intelligenza e maturità nei propri percorsi di vita da un eroe “straordinariamente normale” e la stessa atroce sofferenza viene adeguatamente rivisitata, incastonata in un percorso di luce, che non rifugge certamente dai momenti di penombra, ma non li teme. Al contrario, questo eroe, che ama definirsi “un soldato, un uomo, un sognatore”, li affronta con caparbia, determinazione, fermezza, forza di volontà, senza MAI ARRENDERSI di fronte alle difficoltà, alle salite, alle vette da scalare, rialzandosi sempre dopo le numerose cadute.
Poter organizzare nelle Scuole incontri-testimonianza con figure carismatiche di tale spessore, come il Colonnello Calcagni, è una opportunità dall’inestimabile valore educativo: un’esperienza di informazione e formazione ricca, densa, pregna di senso e significato in un percorso di Educazione alla cittadinanza attiva, responsabile e consapevole.
Un vero privilegio di cui gli studenti possono giovare, confermandosi sempre come un momento particolarmente emozionante, arricchente ed edificante.
La Scuola, agenzia educativa per eccellenza, è il luogo fondamentale di sperimentazione e verifica di ogni progetto di formazione culturale e umana.
Ciò rende sempre più consapevoli Dirigenti scolastici e docenti della necessità di fornire agli studenti strumenti e stimoli efficaci, affinché essi possano sviluppare capacità proprie di giudizio critico per leggere la realtà senza la lente degli stereotipi e dei pregiudizi.
Pertanto, in questa lettura del reale che ci circonda, le due scuole di Valeggio sul Mincio e Cremona hanno potuto avvalersi della illuminante guida del Colonnello, il quale dimostra quotidianamente che “L’unico modo per andare avanti è andare avanti con determinazione, con il massimo impegno, e dire: lo posso fare, anche quando sai che non puoi.”
Questa è la filosofia di vita del soldato, dell’atleta, del sognatore Calcagni.
Questo è l’imperativo “MAI ARRENDERSI” dell’Uomo Carlo!
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2023-11-04 12:13:02
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