Venerdì 8 dicembre si è tenuto, al Teatro dei Rozzi di Siena, la presentazione del libro “Il Grifone. Come la tecnologia sta cambiando il volto della ‘Ndrangheta” (ed. Mondadori) di Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli e Antonio Nicaso, scrittore e storico delle organizzazioni criminali.
L’evento, che rientra all’interno della rassegna del Movimento Agende Rosse di Siena dal titolo “Pagine di legalità”, ha visto la partecipazione, insieme agli autori, del giornalista Pierluigi Senatore e di Angelo Garavaglia, coordinatore del Movimento Agende Rosse.
“La Toscana è una regione ricca e bellissima dove tutto è allettante. Non ci sono solo gli investitori stranieri, che possono ottenere un business comprando un albergo, un casale, un vigneto o un ristorante.
Anche le mafie hanno milioni di euro e vogliono investire anche qui. E l’investimento può essere sicuro, produttivo, positivo ed inoltre con meno riflettori addosso. Bisogna stare attenti ai passaggi di proprietà, a chi si avvicina agli acquisti di immobili e capire quale è la sua attività. Dai pubblici amministratori serve maggiore rigore e attenzione. Le mafie incominciano a usare i bitcoin, pagano hacker, utilizzano sofisticati hardware e software.”
afferma così Nicola Gratteri parlando sulla Toscana e sull’evoluzione delle mafie, con la loro capacità di adattarsi al nuovo.
Parlando sulle varie riforme e sull’andamento politico italiano, afferma.
“Servono riforme che velocizzino i processi senza abbassare i livelli di garanzia. Purtroppo le riforme, negli ultimi due anni e mezzo, non hanno portato a questo risultato.
Le pagelle ai magistrati servono a burocratizzare e a togliere slancio a quello che è, invece, il ruolo della magistratura., non solo quella inquirente ma anche quella giudicante. Bisogna lavorare con serenità, senza l’ossessione, l’idea che continuamente si è sotto giudizio.” continua “Non mi pare che l’Esecutivo abbia detto questo (il governo pone sotto attacco la magistratura definendola politicizzata ndr).
Ci sono dei magistrati che hanno affermato delle cose. La politica ha risposto. C’è una dialettica, non un attacco. Non m mi sento né attaccato né intimorito.”
Sull’attuale azione delle mafie inoltre:
“È finito il tempo delle stragi eclatanti. Le mafie non spareranno più e sarà difficile che tornino ad agire producendo cadaveri illustri poiché hanno trovato un altro modo per far circolare miliardi in tutto il mondo: la tecnologia.
Sfortunatamente, inoltre, queste organizzazioni dispongono di così tanto denaro che riescono ad ingaggiare i migliori ingegneri affinché creino delle reti parallele ma criptate e strettamente riservate a pochi, attraverso le quali poi agiscono.”
“Questo libro
– aveva spiegato poco prima ai giornalisti –
è la punta avanzata di ciò che domani saranno le mafie. Capaci di estrarre bitcoin, di arruolare hacker tedeschi e rumeni per effettuare transazioni finanziarie molto sofisticate e in grado di farsi costruire piattaforme creando dei nuovi Telegram o WhatsApp per comunicare tra loro sapendo di non essere intercettati“
Invitando quindi
“ad investire non solo sull’assunzione delle forze dell’ordine, il blocco del 2010 ha ricadute evidenti, ma anche sull’acquisto di tecnologia per poter contrastare questa parte delle mafie che saranno il futuro del quale ci interesseremo da qui in avanti”.
“Occorre lavorare
– spiega infatti il procuratore –
dove ci sono i paradisi fiscali normativi”.
Cita Malta, per esempio. Altrimenti l’Europa diventerà, in parte già lo è, una
“piattaforma di riciclaggio“.
Inoltre difende il valore delle intercettazioni –
“costano 3 euro al giorno facendole per 24 ore e complessivamente 180 milioni, non è un prezzo alto rispetto a quanto servono”
– aggiungendo –
“che se qualcuno pensa che le indagini si fanno ancora con il maresciallo che controlla fuori non ha capito che sono impossibili senza la tecnologia”.
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immagini presa online
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