“L’eredità politica e morale del partito fondato da De Gasperi.
Il 18 gennaio del 1994, nel pieno dello scandalo di Tangentopoli, il segretario della Democrazia Cristiana Mino Martinazzoli cambia il nome al partito, si torna all’originale Partito Popolare Italiano fondato da Don Luigi Sturzo.Molti però interpretano questo atto come uno scioglimento della Democrazia Cristiana, ma in realtà è un cambio di nome fatto però in maniera errata perché è mancato un congresso per sancirlo. Negli anni successivi è nata una guerra infinita a colpi di carte bollate, cause e ricorsi per contendersi il nome del partito ed il suo simbolo, il famoso scudo crociato: ad oggi esistono circa 120 associazioni che si rifanno alla Democrazia Cristiana.
Questa l’eredità politica e morale del partito fondato da De Gasperi, ma Report racconta anche il mistero dei 500 immobili della Democrazia Cristiana che sono stati venduti per ripianare i debiti del partito.”
con queste parole viene presentata la puntata.
Ogni formazione politica che prova a rifarsi alla Dc ha il proprio segretario: c’è la Dc di Sandri, quella di Cirillo, quella di Cuffaro e, ancora, la Dc di Rotondi. Secondo Rotondi le associazioni che usano il nome Dc sono, appunto, 120.
Particolare attenzione alla Democrazia Cristiana Sicilia Nuova di Totò Cuffaro, dove
“nuova è per dare il segnale della novità. Ma il partito è uno: Democrazia Cristiana. L’oggetto del contenzioso per noi non è più il simbolo perché ci abbiamo rinunciato. È il nome, Democrazia Cristiana.”
Scontata la condanna definitiva per favoreggiamento aggravato alla mafia e violazione del segreto istruttorio, l’ex governatore della Sicilia Salvatore Cuffaro ha ottenuto la completa riabilitazione ed è tornato a fare attivamente politica, anche lui con la sua Democrazia Cristiana. Alle regionali dell’autunno 2022, nelle file del partito di Cuffaro sono stati eletti cinque consiglieri regionali e due assessori. Alle Europee la Dc di Cuffaro non correrà con Forza Italia, con cui, però, governa in Sicilia. Cuffaro non si candiderà.
La Dc di Totò Vasa Vasa
“vale 5 consiglieri comunali a Palermo, 5 deputati regionali e 2 assessori. Forza Italia alle Europee non ci vuole. Vuole la Dc in tutta Italia ma in Sicilia non la vuole. La verità è che non ci vogliono perché noi prendiamo il seggio, non perché ci sia io.” in riferimento alle parole di Rita Dalla Chiesa che non vuole la Dc perché non vuole voti inquinati Cuffaro risponde così: “Capisco che la Dalla Chiesa possa rivolgere un giudizio su di me lo accetto. Ma quando dice che non vuole voti inquinati non posso né condividere né accettare il giudizio di Dalla Chiesa sui voti della Democrazia Cristiana perché i voti sono di tante persone perbene. Io credo che Dalla Chiesa abbia espresso un pensiero molto discutibile ma non mi permetto di contestarlo.
Io non mi candido più. Ho pagato il mio debito è la legge che lo dice. Ho deciso di non candidarmi perché io credo che sia giusto, data la mia vicenda, che io non ponga mai più la mia persona all’attenzione di chi potrebbe votare. Questo è un mio scrupolo personale, una mia scelta etica.”
Quello che, però, si può capire è che tutti parlano sempre di una nuova Dc, della novità ma poi i pupari, coloro che giostrano le fila, sono sempre gli stessi. E già da questo si dovrebbe capire la loro “coerenza”.
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immagine di copertina presa dal web
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