Dopo aver vinto meritatamente contro la Scozia a Roma, l’Italia sbanca Cardiff e vince contro il Galles. Un dominio totale dal punto di vista tecnico, mentale e fisico.
Emblematica a fine partita l’espressione del capitano azzurro Garbisi:
da una parte la soddisfazione di aver vinto una partita mettendo sotto l’avversario e di aver vissuto da protagonista il miglior Sei Nazioni di sempre, dall’altra il fastidio per le due mete concesse agli avversari.
Reazione giusta per chi vuole continuare a crescere, a partire dal tour estivo contro Samoa,Tonga e Giappone. A livello mentale sembra sia scattata la scintilla giusta per fare bene come già fatto nel 2022 contro Australia, Galles e Samoa. In questo Sei Nazioni appena concluso, la squadra ha saputo affrontare nel migliore dei modi diverse assenze pesanti come quella di Riccioni, Allan fuori dopo due partite, Ferrari recuperato in extremis, ultima partita a Cardiff con Capuozzo non disponibile.
Nonostante gli imprevisti, l’Italia è stata sempre sul pezzo, giocando alla pari e vincendo pure delle partite.
Il principale artefice di questo capolavoro è stato Gonzalo Quesada: il tecnico ha avuto il grande merito di aver dato una quadra alla manovra offensiva della squadra, migliorando in modo esponenziale la fase difensiva, mettendo nelle condizioni migliori i propri giocatori nel capire i momenti della partita in cui rischiare, calciare o cambiare gioco.
L’Italia ha chiuso il torneo con 11 punti portati a casa, mai così tanti da quando esiste il nuovo format con i bonus, ma mai così bene a prescindere considerando che alle due vittorie del 2007 e del 2013 si è aggiunto pure il pareggio contro la Francia. Quinto posto finale e ci si rivede il prossimo anno.
Il Sei Nazioni d’altronde è un torneo particolare: si ricorda chi lo vince e chi arriva ultimo, il resto conta relativamente. Ma per noi italiani quel relativamente significa molto per continuare a sognare in grande.
immagine di copertina pixabay
uploads/images/image_750x422_65fac7d088b67.jpg
2024-03-21 12:00:00
165