Questa operazione della Guardia Di Finanza gira attorno alla “riqualificazione ambientale e risanamento igienico dell’alveo del torrente Cataratti-Bisconte e opere varie nel Comune di Messina”.
Dal comunicato emesso dalla GdF si capisce come
“l’indagine scaturiva dal controllo disposto dal Prefetto di Messina, eseguito dal Gruppo Interforze, ai sensi dell’art. 93, Testo Unico Antimafia del 2011 (strumento di prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata di tipo mafioso negli appalti pubblici), presso il cantiere”
già sopra citato.
Gli indagati sono:
- Croce Maurizio, soggetto attuatore del Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico e consigliere comunale del Comune di Messina;
- Capizzi Giuseppe, titolare di fatto del Consorzio Stabile Progettisti e Costruttori, soggetto aggiudicatario dell’appalto, e sindaco del Comune di Maletto;
- Vazzana Francesco Carmelo mediatore di Croce;
- Arcovito Rosario, Pino Giovanni e Spitaleri Tommaso Davide soggetti fiduciari del Capizzi;
- Capizzi Emanuele, fratello di Giuseppe e amministratore del Consorzio Stabile Progettisti e Costruttori e di soggetto delegato ad operare su uno dei conti correnti dell’impresa S.C.S. Costruzioni Edili Srl;
- Cortese Antonino in qualità di funzionario del Dipartimento Protezione Civile e Difesa del Suolo del Comune di Messina, nominato Direttore dei lavori del cantiere;
- Venuti Rossella in qualità di Responsabile dell’Area Tecnica I – Patto per il Sud nell’ambito dell’Ufficio del Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico nella Regione Siciliana.
Inoltre ci sono due aziende indagate con sede legale in Maletto:
- S.C.S. Costruzioni Edili S.r.l
- Consorzio Stabile Progettisti e Costruttori.
Nella premessa scritta dal GIP descrive che
“I PP.MM. Della Direzione Distrettuale Antimafia in sede, nella richiesta di misura cautelare oggetto della valutazione di questo Giudice, hanno fatto luce sull’esistenza di solidi rapporti corruttivi intercorrenti tra i pubblici funzionari e privati ad esplicitazione dei quali sarebbero state commesse ulteriori ipotesi delittuose volte a vantaggiare ora gli stessi pubblici ufficiali, ora i loro complici privati.”
È stato particolarmente posto in evidenza che, in occasione dei lavori torrente Catarratti – Bisconte da parte dell’Ufficio del Commissario di Governo contro il dissesto idrogeologico per la Regione Sicilia, rappresentato, in qualità di soggetto attuatore, da Maurizio Croce, ed eseguiti, quale soggetto aggiudicatario, dal Consorzio Stabile Progettisti e Costruttori, di fatto diretto da Giuseppe Capizzi,
“gli iniziali contrasti intervenuti tra le parti contraenti (Croce/Capizzi) si sarebbero trasformati in una condivisione di interessi illeciti che, sugellatasi con il tacito patto corruttivo cui si è accennato, si sarebbe nel tempo alimentata e rafforzata anche a mezzo di coinvolgimento di soggetti terzi, a loro volta beneficiari di vantaggi a danno del bene pubblico, al fine di sostanziare il reciproco soddisfacimento di interessi personali e/o economici. Seguendo il medesimo schema, il Capizzi avrebbe poi stretto illecite intese, per interesse personale, anche con funzionari, stretti collaboratori del Croce, Venuti Rossella e Cortese Antonino.”
Le indagini partono il 3 novembre 2020 quando, con decreto emesso dal Prefetto di Messina, venivano disposti i controlli nel cantiere in questione. L’esito dei controlli, come riportato in una informativa del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della GdF di Messina il 20 ottobre 2021,
“emergevano una serie di anomalie riguardanti, innanzitutto e per quanto in questa sede di interesse, la compagine soggettiva della società aggiudicataria ed esecutrice dei lavori ( Consorzio Stabile Progettisti Costruttori) con sede in Maletto.”
Il sospetto che sulla “genuinità” dell’aggiudicazione dell’appalto e sulla possibilità di eventuali infiltrazioni di tipo mafioso, avevano man forte
“in ragione del profilo criminale del responsabile di ‘fatto’ del Consorzio”.
Infatti il Capizzi Giuseppe risultava essere coinvolto nel procedimento penale Rinascita Scott, noto come “maxiprocesso alla ‘ndrangheta”, dove è stato rinviato a giudizio per il reato di traffico illecito di influenze aggravato dall’articolo 416 bis (associazione di tipo mafioso),
“circostanza nota ai referenti della stazione appaltante”.
Successivamente venivano effettuate diverse perquisizioni ai soggetti interessati ed è stato lo stesso Capizzi che negli interrogatori, tra l’ottobre e il novembre 2022, ha deciso di ‘vuotare il sacco‘ e confessare gli illeciti commessi. Dagli interrogatori sono potuti emergere le diverse truffe che sono state effettuate, dal montare meno pali del previsto al riutilizzo di rifiuti provenienti dal cantiere in questione in un altro cantiere attivo, per ricevere maggiori pagamenti e da questo vantaggio economico avrebbe potuto pagare le diverse tangenti ai funzionari pubblici. Di fatto dagli interrogatori sono emersi i
“rapporti del dichiarante con Croce, sugellati in un vero e proprio patto corruttivo ad ampio raggio”.
Si può pure notare come, prima di un colloquio avvenuto tra Croce e Capizzi, erano state depositate delle riserve e poi, dopo il colloquio, verranno tutte ritirate.