La nostra società e le istituzioni hanno dimenticato i bambini. Hanno dimenticato i loro naturali bisogni, le loro esigenze, la loro identità.
I mezzi di comunicazione e la cultura del profitto sono funzionali esclusivamente al distorto mondo dei grandi, e i bambini sono diventati quasi invisibili.
I bambini hanno il bisogno di conoscere ciò che non si compra, come l'aria, la terra, l'acqua, l'erba, le piante, gli animali.
Non vedono l'ora di calpestare le aiuole, bagnare le scarpe nelle pozzanghere, lanciare i sassi, cogliere fiori e frutti, tirare la coda al gatto, inseguire i piccioni, osservare le formiche.
In nome di una presunta sicurezza sono state eliminate tutte quelle pratiche che definiscono la vita specifica dei bambini.
Ne deriva che l'infanzia viene mortificata nelle sue caratteristiche peculiari e nelle sue differenze rispetto all'età adulta.
Di fatto si esercita una violenza che determina un disagio comportamentale, e questo viene poi erroneamente diagnosticato come ritardo dello sviluppo o, peggio ancora, come malattia neuropsichiatrica.
Gli adulti devono convincersi che i bambini devono fare i bambini, e che ogni bambino è una realtà unica, originale e irripetibile.
Una società nella quale i bambini stanno bene è una società nella quale stanno bene tutti.
Altrimenti non avremo futuro.
uploads/images/image_750x422_66003f38e13cd.jpg
2024-03-25 09:27:04
32