Procede , anche con situazioni paradossali, la destrutturazione delle democrazie. L'assalto squadrista alla Camera a chi mostrava a Calderoli la bandiera italiana è un paradosso della svolta a destra.
Il presidenzialismo, l'autonomia differenziata, riforme volute dalle destre, tendono a modificare la Costituzione e a minare l'unità di una relativamente giovane nazione, seguendo i piani iniziali della Lega.
Il rifarsi alla spesa storica delle regioni, la richiesta che una percentuale alta delle tasse rimanga nelle regioni che le producono, è il modo migliore di accentuare e frammentare l'Italia. Questa destra, tra l'altro, ha colto il sentimento di paura e contrarietà ad un coinvolgimento nella guerra e lo cavalca anche se poi vota tutte le decisioni volute dalla Nato ed in particolare dagli USA, che fomentano i venti di guerra.
La sinistra, invece, si allinea, senza contraddittorio, neppure formale, agli USA, salvo poi, anche questo con un aspetto paradossale, candidare nelle proprie liste pacifisti che dicono cose contrarie alla linea del PD.
Ci troviamo di fronte ad una maionese impazzita che, in assenza di una dialettica tra tesi ed antitesi, dove domina un pensiero unico, nell'attesa che fiorisca il nuovo, come diceva Gramsci, nascono mostri.
Più del 50% non è andato a votare perché ha perso fiducia nelle rappresentanze politiche ed i rigurgiti fascisti, anche formali, prendono sempre più corpo e penetrano nei frame profondi della popolazione.
Come scrivevo un pò di tempo fá, il passaggio dal keynesismo al neoliberismo, iniziato negli anni '70 del secolo scorso, ha fatto perdere la necessità di distribuire ricchezza, favorendo la sua concentrazione in poche mani, rendendo praticamente inutile la democrazia.
Se non si supera il neoliberismo decadente, che rischia di portarci in una guerra disastrosa, difficilmente riusciremo a salvare il concetto e l'assetto delle democrazie.
L.P.
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2024-06-15 11:08:34
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