Stavolta tocca a noi italiani esplodere di gioia all’ultimo momento. Quando nessuno ci credeva più dopo una prestazione molto altalenante, ecco che Calafiori palla al piede si spinge in avanti per l’ultimo assalto e riesce a confezionare un assist al bacio per Zaccagni, che dalla sinistra la piazza nel sette, mandando all’inferno la nazionale croata e i suoi 25000 tifosi presenti sugli spalti.
Una partita cominciata male come contro la Spagna, la Croazia tiene il pallino del gioco e crea i primi pericoli per Donnarumma: strepitoso intervento sul mancino di Sucic, replicando il miracolo fatto su Fabian Ruiz nella partita precedente. Dopo il primo quarto d'ora tremendo, gli azzurri iniziano ad entrare in partita e a prendere le giuste distanze tra i reparti, assimilando il 3-5-2 varato da mister Spalletti per questa partita. Con questo sistema di gioco ne ha tratto beneficio Di Lorenzo, schierato come quinto di centrocampo e con meno compiti difensivi, Jorginho in fase d’impostazione si è sentito più tutelato con i tre centrali dietro e Barella con il suo contributo determinante a tutto campo. Grande occasione al 27’ con Bastoni: colpo di testa salvato in angolo da Livakovic. Si arriva così a fine primo tempo sullo 0-0 condito da poche emozioni e tanta paura di perdere. Si va alla ripresa con l’ingresso di Frattesi per un evanescente Pellegrini, proprio la mezzala interista diventa protagonista in negativo un paio di minuti dopo:
tocco di mano dentro la nostra area e rigore conquistato per la Croazia. Sul dischetto va l’eterno Luka Modric, ma Donnarumma si distende completamente sulla sinistra e respinge la conclusione.
Qualche minuto dopo la Croazia va in vantaggio proprio grazie al suo capitano, bravissimo a ribattere in rete una parata strepitosa di Donnarumma su Budimir. Dormita colossale della nostra difesa. Gli uomini di Spalletti vanno alla ricerca disperata del pareggio tenendo il possesso della palla, i croati collezionano ammoniti su ammoniti per spezzare le trame di gioco italiane. Gli unici sussulti sono stati creati da Bastoni al 60’ con un altro colpo di testa di poco alto e con una sgasata di Chiesa sulla fascia, che mettendo una palla tesa in mezzo, non trova nessun compagno nel cuore dell’area di rigore.
Si concretizza tutto a pochi secondi dalla fine del match con un Calafiori stile Fabio Cannavaro e un Zaccagni versione Alex Del Piero, nella famosa azione che sancì il 2-0 alla Germania a Dortmund in semifinale nel 2006 ai Mondiali.
Nonostante a livello tattico la squadra è stata disposta meglio, Spalletti sta riscontrando parecchie difficoltà nel saper interpretare al meglio il gioco degli avversari. A prescindere da schemi tattici, questa squadra è carente di sincronia tra i reparti, di personalità e di capacità di generare trame pulite da chi dovrebbe saperlo fare per le caratteristiche tecniche che possiede. Senza dimenticare, la stessa impressione data come contro la Spagna:
si può attaccare pure in modo costante e asfissiante, ma dare la sensazione di non poter fare goal neanche se si giocasse per 180’.
Non è un caso che a salvare questa Italia dal tracollo sia stato Zaccagni: uno dei pochi talenti presenti in rosa, pulito tecnicamente e in grado di creare quella superiorità numerica in fase offensiva. La nazionale ha bisogno di elementi come Zaccagni e Fagioli, che con due verticalizzazioni ha dato imprevedibilità e velocità all’impostazione azzurra dopo aver rimpiazzato Jorginho. Le parole del ct Spalletti a fine partita:
“Quando le partite si decidono così alla fine diventa tutto più emozionante, perché oramai nessuno ci crede ma i calciatori continuano a funzionare, a mantenere la testa lucida e a rischiare poco. Hanno coperto tutto anche in larghezza, c'è da fargli i complimenti per come hanno reagito e come hanno gestito una squadra così offensiva".
Sugli scudi ancora Gigio Donnarumma, per distacco il migliore degli italiani in questi campionati europei. Tre interventi decisivi in questa partita e altrettanti in quella precedente con la Spagna, che hanno permesso di rendere meno amara la sconfitta. Premio di migliore in campo andato a Modric, ma senza nulla togliere al fuoriclasse croato, lo meritava lui per distacco.
Adesso appuntamento a sabato 29 alle ore 18 per gli ottavi di finale contro la Svizzera, sfida delicata in cui servirà ben altro rispetto a quanto visto finora. Questa qualificazione al cardiopalma, speriamo sia stata la scintilla giusta per continuare a sognare durante questo cammino.
Magari con meno palpitazioni.
immagine di copertina creata con IA
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2024-06-25 15:44:37
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