«Il via libera è arrivato dal Tribunale della libertà dell'Aquila e dallo stesso Comune di Sulmona: Leonardo Ciaccio, ritenuto l'uomo di Cosa Nostra più vicino a Matteo Messina Denaro, lascia il supercarcere dell'Aquila, per completare la sua condanna all'ergastolo, inflitta a suo tempo dalla Corte d'Appello di Palermo, con una pena accessoria.
Potrà infatti lavorare come volontario nella Biblioteca museale di Sulmona, dopo l 'irreprensibile' condotta tenuta durante la detenzione».
Questa in sintesi la notizia riportata dall’Ansa nei giorni scorsi. «Ritenuto il vero braccio destro di Messina Denaro, al punto da essere considerato uno dei pochi ad avere raccolto le confidenze del boss – sintetizza il profilo di Ciaccio l’agenzia stampa – Inoltre, dopo la condanna per omicidio, associazione mafiosa e un'altra sfilza di reati legati al traffico di droga, non si è mai pentito».
Agli osservatori più attenti (cioè coloro che più scarseggiano in Abruzzo quando si parla di mafie e di altri sistemi criminali) quanto sta accadendo appare un triste deja vù di cinque anni fa. Quando analoghe opportunità furono fornite a Salvo Riina. Mai dissociato, mai pentito, anzi sempre orgoglioso della sua famiglia e del padre boss. L’Italia intera ha riscoperto il terzogenito di Totò Riina l’anno scorso, quando tornò a Corleone, e (forse) quest’anno si è iniziata a porre alcuni interrogativi. Eppure tanto c’era da indignarsi e domandare, aprire gli occhi e prendere posizione cinque anni fa, quando dalla Casa Lavoro di Vasto approdò a Casalbordino.
Non accade e furono ben poche le voci che si levarono, si contano sul 20% delle dita di una mano. Nel nostro archivio si trovano i tanti articoli pubblicati su quanto accadde in quei mesi e in questi ultimi quattro anni. Sulla presenza di Ciaccio a Sulmona, in una terra in cui negli anni inchieste e operazioni hanno documentato tante attività di mafia, una sola voce sta ponendo interrogativi alle istituzioni e ha preso posizione con fermezza: l’avvocata Teresa Nannarone, consigliera comunale indipendente e da anni impegnata nella denuncia e nel contrasto alle presenze mafiose in Abruzzo. Un impegno che siamo tornati a citare di recente in riferimento al contrasto delle mafie dei pascoli e sui maxi incendi che ogni anno colpiscono, dolosamente e criminalmente, l’Abruzzo.
Il braccio destro di Matteo Messina Denaro, l'amico di sempre, appartenete al "gruppo di fuoco" tale Leonardo Ciaccio, omicida e mafioso, sarà “bibliotecario“ volontario. Lo dice tg3.Uscirà dal carcere per buona condotta. Per andare dove? Ma qui a Sulmona ovviamente. D’altronde è qui dove comprano le attività i mafiosi quando escono dal carcere. Il tutto mentre il protocollo contro le infiltrazioni della criminalità giace nei cassetti del sindaco di Sulmona.
(Teresa Nannarone, post facebook del 5 settembre)
Se la mafia a Sulmona entra dalla porta principale.
Se è vero che il braccio destro di Matteo Messina Denaro, Leonardo Ciaccio, mafioso, omicida e tanto altro, mai pentito né dissociato, svolgerà presso il Museo di Santa Chiara attività durante l’esecuzione della misura alternativa, grazie all’assenso e alla disponibilità manifestati dal Comune di Sulmona, siamo al paradosso.
Fermo restando il diritto di Ciaccio di ottenere il rispetto di quanto previsto dalla Costituzione, è altrettanto fermo il diritto del territorio molto fragile ad essere tutelato dal reale rischio delle infiltrazioni.
E’ per questo che durante la campagna elettorale invitammo il Presidente dell’Antimafia Nicola Morra, è per questo che fu sollevato il caso Avignone e della mafia dei pascoli anche da semplici cittadini.
Sempre per questo, per tutelare il territorio, nel giugno 2022 l’intero consiglio comunale firmò un ordine del giorno contro il rischio delle infiltrazioni contenente misure da attuare per prevenire i rischi legati al carcere di Via Lamaccio che ha al suo interno la più alta percentuale d’Italia di detenuti in regime di alta sicurezza.
Il protocollo fu recepito dal sindaco che si impegnò ad applicarlo ma in realtà lo lasciò in uno dei cassetti del Palazzo.
Chiedo al sindaco: che fine ha fatto il protocollo dopo due anni?
Ma soprattutto: è vero che è stato proprio il Comune di Sulmona a dare la disponibilità a che il braccio destro di Matteo Messina Denaro potesse svolgere attività nella nostra Città e precisamente nei locali del Museo di Santa Chiara?
Non bastano le attività che acquistano usciti dal carcere?
Perché se così fosse vuol dire che abbiamo peggiorato la situazione rispetto al passato: Guerino Avignone venne assunto da una cooperativa esterna che vinse poi l’appalto per il servizio di guardiania, mentre Leonardo Ciaccio é entrato in Città dalla porta principale apertagli dal sindaco Gianfranco Di Piero che si era invece impegnato, davanti alla Città e al Consiglio tutto, a contrastarli i rischi legati alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Data la gravità dei fatti esposti, considerato che lo stesso Procuratore Generale di L’Aquila ha impugnato il provvedimento che ha consentito a Ciaccio di ottenere la misura alternativa grazie alla possibilità di “lavorare” presso il Museo di Santa Chiara, ritengo che una risposta immediata del Sindaco a tutta la cittadinanza su come ciò sia potuto accadere e con il consenso espresso da chi, sia urgente e doverosa.
(Teresa Nannarone, secondo post facebook del 5 settembre)
Sulmona: un mafioso tra noi.
E non un mafioso qualunque, ma Leonardo Ciaccio, il braccio destro di Matteo Messina Denaro, quello che fece sciogliere nell’acido il piccolo Di Matteo per capirci e che organizzò tutte le stragi di mafia nel nostro Paese.
Condividete se volete
La mafia è sempre e solo “una montagna di merda “ soprattutto se NON si collabora NON ci si pente NON ci si dissocia.
Questo il testo del post su facebook del 7 settembre con cui Teresa Nannarone ha riproposto il video del servizio di Daniela Senepa, TGR RAI Abruzzo, in cui è stata intervistata sulla presenza di Ciaccio in città e sulle presenze mafiose, da sempre sottovalutate e sottaciute da tanti, a Sulmona e non solo.
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2024-09-11 18:32:19
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