C’erano una volta, e ci sono ancora, le papere mute a comando. Ricordate la leggenda delle oche del Campidoglio? Millenni dopo siamo circondati di simili pennuti (pennivendoli) che si svegliano come fili e joystick comandano. Nell’Abruzzo che fu di Silone, Fontamara ad ogni epoca, uno degli ultimi esempi l’abbiamo avuto nei giorni scorsi. La carenza di farmaci è un’emergenza drammatica esistente per il Creon, per esempio, dal 2016, da due anni per diversi farmaci e ancor di più dall’inizio di quest’anno. Testimonianze e denunce di pazienti e familiari giungono copiose da molti mesi, noi stessi ne abbiamo pubblicate diverse.
Sin da gennaio, anche con un accesso civico, abbiamo documentato quel che sta accadendo e posto interrogativi (a cui sarebbe doveroso qualcuno risponda) precisi, circostanziati e pesanti. Racconti e testimonianze di quel che accade ogni giorno, ogni settimana, ogni santa volta che poveri Cristi sono costretti a rivolgersi a quel che dovrebbe essere la sanità pubblica.
C’è un’emergenza internazionale e c’è una situazione economica e finanziaria locale gravissima, i piani di rientro delle Asl sono documenti pubblici e ufficiali da mesi. Giorni fa la trasmissione televisiva «L’aria che tira» (La 7) si è interessata della situazione della sanità abruzzese, dell’enorme deficit, intervistando anche (ma non solo loro) il capogruppo dell’opposizione Luciano D’Amico e il presidente della regione Marco Marsilio. Saranno apparse trombe a taluni, tanti e troppi, che si son improvvisamente svegliati. Tutto trasformato in uno scontro politico-partitico, in una polemica da derby dei colori, che hanno destato le oche dormienti.
Circostanze queste che non stupiscono ma dovrebbero far riflettere e mostrano ancora una volta come Fontamara è qui, come senza determinati tromboni si rimane camomilla. Non stupisce perché accade nella regione in cui l’8 marzo e il 25 novembre si è tutti donne vittime di violenza (frase che non significa nulla ovviamente), il 19 marzo, a maggio e luglio si è tutti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Però c’è voluta la nostra testata per ricordare una vittima di mafia in Abruzzo, una donna vittima di violenza e mafie, sfruttata e schiavizzata per anni dalle mafie nigeriane (ma su queste presenze certe propagande tacciono da sempre) anche quando ormai era malata terminale: Lilian Solomon. Ricordiamo lei, morta il primo giorno di queste mese, ma di esempi ne potremmo fare tanti. Come potremmo citare i (e le) politicanti capaci di sfruttare ogni occasione per mettere cappelli, per piegare mobilitazioni e manifestazioni ai loro squallidi interessi di consorterie o supposti civici militanti che senza capibastone e padrini politici, senza andare col cappello in mano da assessori e assessore non sarebbero capaci neanche di soffiarsi il naso. I brutti addormentati si stanno già riaddormentando, le oche del Campidoglio già scemano lo starnazzare. Rimaniamo al nostro posto, invece. Continueremo a pubblicare testimonianze e denunce, chi subisce gli effetti della carenza di farmaci per patologie gravi ci scriva a redazione@wordnews.it , e a porre interrogativi e domande a lor signori.