Quanto sto per scrivere non desterà né simpatie né amicizie, ma tanto disappunto. Continuo però a pensare che chi si dedica alla cosa pubblica, chi si propone e viene eletto o consigliere comunale o sindaco o consigliere regionale, o presidente di provincia o di Regione, non può restare in silenzio davanti a scelte che continuano a non tutelare un territorio.
È anche compito della politica e di chi vuole farla come scelta di impegno, non restare indifferente ed evidenziare criticità che minano la sicurezza, la salute, la crescita e l’economia di un territorio.
Lo scorso, 4 novembre 2024, a meno di un anno solare, il commissariato di Formia, cambia per l’ennesima volta il proprio dirigente. È questo non può essere considerato né prassi né normalità.
Tutti sappiamo quanto il sud pontino dovrebbe essere attenzionato perché territorio in cui la criminalità organizzata fa il bello e cattivo tempo, influenza imprenditoria, appalti, politica ed economia.
Formia e non solo Formia, meriterebbe un commissariato stabile, con dirigenti che non cambiano ogni due e tre, che siano informati su quanto accade e soprattutto su tutte le famiglie, i clan e i loro prestanomi che a Formia gestiscono negozi, dirigono imprese, organizzano feste e si salutano caldamente con chi amministra o ha un ruolo da amministratore.
Formia e non solo Formia, meriterebbe una maggiore attenzione da parte del Ministero dell’Interno, che non ha mai potenziato il commissariato, non ha mai eseguito un vero cambio generazionale e soprattutto non si è mai chiesto perché in questi anni, nonostante arresti, sparatorie e blitz, il commissariato di polizia non abbia condotto una operazione di contrasto al crimine organizzato.
Eppure a Formia è stato trovato il covo di Antonio Bardellino. Eppure a Formia hanno sparato a Gustavo Bardellino. Eppure a Formia hanno arrestato Katia Bidognetti. Eppure a Formia, secondo i collaboratori di giustizia, come Agostino Riccardo, venivano i Travali di Latina a “chiedere” ai Bardellino il “permesso” per fare delle estorsioni.
Eppure…a Formia un commissariato non trova pace e nel giro di 11 mesi ricambia il suo dirigente.
Auguro al nuovo vicequestore di Formia, al dottor Paolo Gemma, un buon lavoro e spero che non tralasci di leggersi le considerazioni che ci sono nella corposa inchiesta denominata “Sistema Formia” andata in prescrizione, almeno per conoscere chi ha governato e chi governa questa città, che dedichi un po’ di tempo a leggersi le tante carte dell’operazione Golfo, di “Formia Connection”, dell’inchiesta “Portobello”, a leggere i verbali redatti dopo il ferimento di Gustavo Bardellino, anche quelli redatti appena un anno fa… decine e decine di pagine, ore e ore di lavoro che fino ad oggi restano nel vuoto ed anche loro, come il commissariato, non trovano pace.
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