Da un’inchiesta del Fatto Quotidiano è emerso che la presidente della commissione Antimafia, Chiara Colosimo, già nota per i rapporti di vicinanza con Luigi Ciavardini, esecutore della strage di Bologna e feroce assassino del giudice Amato, ha uno zio di primo grado, Paolo, condannato a 4 anni e 6 mesi con sentenza definitiva e radiato dall’albo degli Avvocati, il quale era a disposizione di potenti cosche della ‘ndrangheta e che di tali rapporti parlava tranquillamente al telefono con il fratello Cesare, padre di Chiara Colosimo.
Come può essere credibile la Commissione Antimafia con una simile presidenza?
Già da tempo lamentiamo che la commissione Antimafia di questa legislatura si sta occupando di tutto tranne che di mafia e la stessa Presidente, senza dare alcuna spiegazione plausibile, finora ha impedito alla commissione di svolgere indagini conoscitive sui legami nel piano stragista degli anni 1992-93 tra Cosa Nostra, la ‘ndrangheta ed esponenti della destra eversiva, tra cui Paolo Bellini, condannato insieme a Ciavardini per la strage di Bologna.
È estremamente urgente che la Commissione Antimafia acquisisca ed esamini approfonditamente tutta la documentazione processuale riguardante i rapporti dei fratelli Paolo e Cesare Colosimo con esponenti della criminalità mafiosa.
E se tale acquisizione non può essere disposta dalla Presidente Chiara Colosimo, per evidenti conflitti di interessi, chiediamo che i Presidenti delle Camere soddisfino questa richiesta.
Per senso di responsabilità nei confronti del Paese e rispetto per le istituzioni, Chiara Colosimo deve rassegnare le dimissioni da presidente della commissione Antimafia.
La commissione Antimafia è una istituzione che deve essere al di sopra di ogni sospetto. Con una simile presidenza ogni credibilità è compromessa e, insieme a essa, anche la reputazione internazionale del nostro Paese nel contrasto alle mafie.